Assai spesso Halloween è stata accusata di essere una festa consumistica, pagana e del tutto estranea al nostro contesto culturale. Ma è davvero così? La risposta è certamente affermativa, se consideriamo che l’antichissimo culto dei morti e la data del 2 novembre sembrerebbe riferirsi al periodo del grande Diluvio di cui parla la Genesi, quello per cui Noè costruì l’arca e che secondo il racconto cadde nel “diciassettesimo giorno del secondo mese”, che corrisponderebbe al nostro novembre. Secondo la tradizione, la Festa dei Morti nacque dunque in “onore” delle persone che Dio stesso aveva condannato, al fine di esorcizzare la paura di nuovi eventi simili. Eppure, l’esperienza ci insegna che la verità non è sempre quella che balza immediatamente agli occhi. In diverse regioni d’Italia, infatti, ci sono storie, leggende tradizioni che ricordano quelle della festività pagana degli Stati Uniti. In Campania, ad esempio, nei tempi del dopoguerra, nei quartieri popolari si usava andare in giro con una cassetta di cartone a forma di bara, chiamata “u tavutiello” e si gridava una proverbiale invocazione “Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene, pe’ li muorte” (traduzione: Fammi del bene per i morti: in questo grembiule che ci porti? Uva passa e fichi secchi porti e fammi del bene, per i morti).E sempre nel napoletano durante questo periodo si prepara il torrone dei morti, un dono a forma di cassa da morto che le persone care preparano per i proprio defunti, un omaggio per il loro viaggio verso una vita migliore. Nella provincia di Massa Carrara,poi, la giornata è l’occasione del bèn d’i morti, con il quale in origine gli estinti lasciavano in eredità alla famiglia l’onore di distribuire cibo ai più bisognosi, mentre chi
possedeva una cantina offriva ad ognuno un bicchiere di vino; ai bambini inoltre veniva messa al collo la sfilza, una collana fatta di mele e castagne bollite. Anche in Abruzzo,conformemente a quanto avviene nel mondo anglosassone in occasione della festa di Halloween era tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all’interno per utilizzarle come lanterne. In Sardegna, infine, i bambini girano di casa in casa e chiedono una piccola offerta per i cari defunti . In passato le offerte erano pane casereccio, frutta secca, frutta di stagione e dolci autunnali; oggi i bambini ricevono caramelle, cioccolati e dolci vari. La sera prima si lasciano i lumini accesi e la tavola apparecchiata. Ci fermiamo qua, ma l’elenco delle regioni italiane che hanno tradizioni comuni alla festa statunitense, è davvero lungo.
Fonti: http://news.leonardo.it/
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