L’altra sera intorno alle 22 fischiettante e allegro perché iniziava il desiderato weekend, imbocco con l’auto un sottopasso quando ad un tratto mi compare difronte una moto ad elevata velocità che ha appena effettuato un sorpasso in doppia striscia continua.” Non abbiamo scampo-sussurro letteralmente terrorizzato- all’amico che siede al mio fianco, si schianterà contro di noi”. Quando ormai mi ero rassegnato al peggio, l’imbecille riesce per un soffio ad evitare l’impatto e a proseguire la sua folle corsa. Tiro un sospiro di sollievo, ma le mani continuano a tremare. “Calmati- interviene il mio amico- penso che nella peggiore delle ipotesi, quel cretino si sarebbe fracassato sulla parte laterale dell’auto. Che vuoi farci –prosegue con tono consolatorio- la civiltà di un popolo si misura dalla guida e dal rispetto per i defunti”. Prendo atto delle sue parole, ma per tutta la serata sarà un’impresa ardua ritrovare la serenità. Il giorno dopo, invece, mentre gironzolo con lo scooter tra Marcianise, Capodrise, Recale e Caserta, focalizzo l’attenzione sulle numerose e ripetute violazioni al codice stradale ( divieto di sosta, acrobazie negli incroci, mancato rispetto della distanza di sicurezza e precedenza nelle rotatorie, per non parlare dell’uso forsennato, fastidioso e incomprensibile del clacson per sollecitare chi è davanti fermo al semaforo o imbottigliato nel traffico a darsi una mossa ) mi ritornano in mente le parole del mio amico e penso: “ Aveva ragione la strada è ormai una foresta dove ognuno sfoga i propri istinti bestiali di rabbia, frustrazione e prevaricazione. E purtroppo, cosa ancor più grave è che o cambia la mentalità delle persone o poco o nulla si può fare visto che le forze dell’ordine non possono stare ad ogni angolo della strada. Di questo passo chissà se vale ancora o la pena di prendere l’auto”. Dopo questo breve soliloquio per nulla incoraggiante, mi sovviene che l’acuto e saggio amico aveva ragione anche sul mancato rispetto per i defunti, dal momento che i furti al cimitero di fiori, vasi e oggetti di vario genere, sono all’ordine del giorno. Non dimenticherò mai l’amarezza che ho provato nel momento in cui rubarono un fiore variopinto di vetro dalla tomba di una mia carissima amica. A parte la tristezza, vi confesso che episodi così vergognosi mi mandano in confusione perché mi pongo una serie di domande, cui non so mai trovare una risposta:” L’amore per il vostro caro, si misura dalle cose vostre o altrui che gli portate al cimitero? E poi, vi siete mai chiesti se il vostro caro preferirebbe non aver nulla piuttosto che qualcosa di rubato? Se non avete la possibilità, ma in diversi casi ne dubito, non è meglio offrire al vostro caro un fiore di campo, una preghiera, una parola”? Sarei eternamente grato a chi è in grado di fornirmi anche una parziale risposta.