Decisamente no! E basta dare uno sguardo a tutte le indagini sugli errori grammaticali più comuni, per appurare che la stragrande maggioranza di noi commette “orrori grammaticali”, da far venire la pelle d’oca non solo agli studiosi di problemi grammaticali, ma soprattutto a maestri e professori che puntualmente si trovano a tirar fuori la penna rossa e correggere strafalcioni grammaticali rilevanti.
Secondo l’indagine condotta da “Libreriamo” (La piazza digitale per chi ama la cultura), in occasione della giornata internazionale dell’alfabetizzazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’alfabetizzazione dei giovani e degli adulti in tutto il mondo , 8 sono gli errori grammaticali più frequenti:
- L’apostrofo ( 71%). E’ bene ricordare che generalmente indica l’elisione di una vocale finale, ma si ricorre all’apostrofo anche per il troncamento di parole terminanti in vocale come per la seconda persona dell’imperativo dei verbi dare, dire, fare, stare, andare ( da’, di’, fa’, sta’, va’) o dell’intera sillaba finale ( be’ al posto di bene e po’ invece di poco).
- L’uso del congiuntivo(69%). Bestia nera non solo di studenti. Il congiuntivo è un modo di diverse lingue, comprese l’italiano e le altre lingue romanze, la cui funzione basilare è quella di indicare un evento soggettivo, irreale, non sicuro, ipotetico o non rilevante. Rispetto all’indicativo che esprime il piano oggettivo della realtà, il congiuntivo sottolinea invece la dimensione soggettiva, individuale: Penso che sia ubriaco; È possibile che sia così; Temo che non venga.
- Qual è(65%). Si scrive assolutamente senza apostrofo.
- Purtroppo è proprio così(52%). Pultroppo è una parola che in italiano non esiste, pertanto è giusto scrivere “purtroppo“.
Inoltre purtroppo deriva dalla contrazione delle parole “pure” e “troppo”: purtroppo è successo → pure se è troppo è successo → anche se è troppo è successo (lo stesso)
- E o ed? A o ad?(48%) Ecco la famosa questione della d eufonica, cioè di quella d che viene aggiunta alla preposizione a trasformandola in ad e alla congiunzione e trasformandola in ed quando sono seguite da parola che comincia per vocale. Lo scopo è di rendere il suono più gradevole: eufonica vuol dire, infatti, che dà un buon suono (dal greco eu- phonè). Così a altri diventa ad altri, e era diventa ed era, a un certo punto diventa ad un certo punto, e ogni volta diventa ed ogni volta.
- Entusiasto o entusiasta?(45%) – Entusiasta appartiene alla categoria dei «nomi di genere comune». Si tratta di quei nomi che possiedono un’unica forma nel maschile e nel femminile (cantante, nipote, negoziante). Sarà l’articolo o l’aggettivo che accompagna il nome a disambiguarne il genere: un bravo interprete; ottima interprete. Quelli che escono in -atra (per es. pediatra, otorinolaingoiatra), in -ista (artista, specialista), in –cida (matricida,suicida) e gli altri nomi di genere comune in -a (come entusiasta) formano il plurale in -i nel maschile, in -e nel femminile: l’entusiasta (in questo caso, in assenza di aggettivi, il genere sarà suggerito da eventuali concordanze con forme verbali composte o, al limite, dal contesto), gli entusiasti, le entusiaste.
- La punteggiatura(42%) –. La punteggiatura o interpunzione indica le pause del discorso mediante segni grafici (la virgola, il punto, il punto e virgola, i due punti, il punto interrogativo, il punto esclamativo, i puntini di sospensione, le lineette, le parentesi, le virgolette), la cui collocazione risponde ad una esigenza pratica di chiarezza logica e, al tempo stesso, ha valore espressivo (ad esempio, quando si desidera porre in evidenza una parte della frase, oppure quando si vuole creare un senso di attesa).
- Gli e le(38%) – Gli“ è un pronome personale, come “LI”, ma è anche un articolo. In particolare, è un pronome personale di terza persona singolare, maschile, e indica il complemento di termine (riferito a un soggetto maschile).
GLI telefonerò questa sera (Telefonerò A LUI questa sera – ATTENZIONE: “GLI” va usato quando ci si riferisce a un soggetto maschile; se ci si riferisce a un soggetto femminile si deve usare “LE“: es. LE telefonerò questa sera ovvero Telefonerò A LEI questa sera). NE SAPETE ALTRI PARTICOLARMENTE DIFFUSI?