Oggi vorrei condividere un dubbio che mi assilla da tempo e di cui non riesco a venire a capo. Mi son più volte chiesto:” Come mai in un periodo segnato da ripetuti episodi di corruzione e di arresti, aumenta invece che diminuire il numero non dei “muratori della politica”, ma delle prime donne ossia di coloro che ardono dal desiderio di ricoprire cariche importanti ? Vale la pena oggi di correre rischi così pesanti, il più delle volte non solo per il tuo operato, ma anche per una banale distrazione sulle azioni e gli atti compiuti dal tuo entourage? Naturalmente ho abbozzato delle risposte, ma non mi hanno del tutto convinto. Passo rapidamente ad elencarvele. Ho più volte pensato, in deciso dispregio del qualunquismo e populismo che vuole la partecipazione alla politica unicamente finalizzata alla sete di potere e di denaro, che una parte di questi aspiranti effettivamente conta sulla sua onestà e incorruttibilità per portare una ventata di freschezza e pulizia in politica. Un’altra parte, invece, sarà certamente recidiva nel senso che ritenendosi più furba di qualsiasi altro, continuerà a inseguire l’arricchimento a danno dei cittadini con la convinzione di non incappare mai nella rete della magistratura. Ed infine, non so se sbaglio o meno, c’è chi è vittima del proprio ego e senza minimamente misurarsi coi propri limiti e problemi del territorio, deve a tutti costi fare il sindaco, il consigliere regionale o il parlamentare. Che ne pensate al riguardo? In attesa delle vostre risposte, do uno sguardo alla realtà locale, dove registro un elevato numero di pretendenti alla carica di primo cittadino, che per conoscenza più o meno diretta ritrovo in larga parte nella terza categoria cioè di quelli che fanno un baffo al povero Narciso, il quale innamorandosi della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua, moriva cadendo nel fiume in cui si specchiava. Oggi a Marcianise e Capodrise, anche in considerazione -è doveroso farlo presente- di due esperienze amministrative poco gratificanti, non bastano 3 o 4 mani per contare gli aspiranti sindaci. In altri termini, il ragionamento che si fa largo nelle loro menti è più o meno questo:” Peggio di De Angelis o Crescente non si può”. Convinti loro……noi decisamente meno. Per carità l’ambizione è cosa saporita e preziosa, ma prima di incamminarsi per un sentiero di montagna occorrerebbe tenere in debita considerazione il tipo di terreno per scegliere le scarpe più adeguate, le condizioni meteo, la presenza di eventuali animali pericolosi e, infine (non per ordine d’importanza), la propria forza, resistenza fisica, spirito di adattamento ad ambienti angusti e difficili. Per dirla con parole semplici, tutti questi concorrenti dovrebbero chiedersi: ”Ma perché hanno fallito i 2 sindaci? La responsabilità è unicamente imputabile alle loro persone oppure c’è dell’altro? Quali sono i problemi di Marcianise e Capodrise e avrò il carisma, il polso , la capacità di confrontarmi con la gente, nonché una certa cultura per porvi rimedio?”. Domande cui si è sicuramente sottoposto, o almeno lo speriamo, Alessandro Tartaglione, ex consigliere comunale e assessore alla cultura-pubblica istruzione nella giunta Fecondo, e ultimamente distintosi per il buono successo di “Letture in giardino”, l’evento con Paolo Rumiz e Gigi di Fiore, ideato dalla moglie ma dallo stesso magistralmente curato. Tartaglione non è nuovo a imprese di questo genere: grazie alla sua iniziativa “Aperitivo con l’autore”, misero piede a Marcianise durante il suo assessorato, nomi del calibro di Marco Travaglio, Peter Gomez. Il suo amore per la cultura e le sue doti di organizzatore non sono mai state in discussione. Barcolla un po’, a mio modesto parere, in fatto di carisma e autonomia decisionale. Sarà, infatti, l’osservanza ad un concetto di militanza vetero-comunista o forse un po’ di insicurezza, timidezza caratteriale, ma Tartaglione nel suo agire politico, nel suo posizionarsi all’interno del partito e negli appuntamenti elettorali, contrariamente al pendolo di Foucault che è libero di oscillare in ogni direzione, va sempre verso Filippo Fecondo o Dario Abbate. E ciò non è assolutamente ammesso per chi mira a governare una città poliedrica, potenzialmente ricca dal punto di vista culturale e economico, ma complessa e contraddittoria come Marcianise. Rinunci alla gentil concessione della candidatura da parte degli uomini forti del partito, esca allo scoperto coi suoi limiti e suoi pregi, combatta, osi e avrà sicuramente più chances! Tra l’altro è preferibile morire di mano propria che altrui. Per il momento, a sbarrargli la strada per l’investitura a sindaco figurano altri 3 o 4 personaggi del suo partito, ma l’unico che può fargli le scarpe, Maradona della società civile permettendo, è Giuseppe Bucci. L’avvocato ed ex consigliere comunale Bucci, mentre Tartaglione lavora ad iniziative culturali ed eventi pubblici, come una talpa costruisce canali sotterranei insieme ad altri democratici di piccola e grande stazza per sbucare a momento debito dal pavimento del partito. Non è parsimonioso di candidati sindaci anche il centrodestra: tra i tanti spiccano, lo zinziano Pasquale Salzillo, l’ex sindaco Antonio Tartaglione che non disdegnerebbe un altro giro di giostra ed Antimo Ferraro, già in lizza alle ultime amministrative e che ora potrebbe passare all’incasso per aver salvato De Angelis sul bilancio. All’identikit per l’ individuazione del primo cittadino debbono pur iniziare a lavorare i Cinquestelle. Va bene la protesta, le iniziative sul territorio contro l’aumento delle tariffe per la mensa scolastica e per la manutenzione del verde pubblico, ma poi occorre mettere mano ad un programma amministrativo incisivo e soprattutto ad una leadership forte, autorevole e credibile. E’ mio semplice convincimento , che se il M5s saprà scegliere la persona giusta, elaborare un buon programma, mettere da parte i depositari della verità e i falchi del passato, per dirla in poche parole, coloro che ancora oggi sono unicamente intenti allo scontro e all’attacco gratuito, centrodestra e centrosinistra avranno serie difficoltà a contendersi la guida della città. Marcianise è una città stanca, ha bisogno di persone serene e proposte concrete. Un paio di domande sulla sua attitudine a rivestire il ruolo di sindaco, se le sta ponendo in questi giorni anche Silvano Ferraro per nulla rassegnato a cedere lo scettro a Fattopace. Silvano, però, oltre all’esame con se stesso, dovrà superare una prova ben più difficile ossia ottenere la fiducia del suo Pd. Infine c’è chi non ha questo gran dilemma di candidarsi a sindaco, ma ha il grattacapo di cosa fare da grande. Parliamo del promettente Glorioso che senza più Sel e con Civati che zoppica, ha l’urgente necessità di collocarsi in vista delle prossime consultazioni amministrative. Non avendo, infatti, un gruppo solido e folto alle sue spalle per metter su una lista, nel caso in cui non si formassero coalizioni civiche o quanto meno aggregazioni con uomini e idee gradite alla sua persona, rischia di restare fuori dalla partita. Per concludere un piccolo accenno a Sossio Collella che dal suo profilo facebook, sulle orme della sibilla cumana, manda a dire :” Soggetti da cui è meglio stare alla larga… Mai nessun incontro!” Ne prendiamo atto, pur non comprendendo il motivo per cui a nessuno è concesso il lusso di sapere chi e perché non meriterebbe d’esser incontrato. Caro Sossio, fa nomi e cognomi , così eviteremo di fare brutti incontri a nostra insaputa.