Cari amici, se qualcuno di voi ha solo lontanamente pensato di disinteressarsi alla prossima competizione elettorale a Marcianise perché stufo delle solite strategie, tattiche e trattative più o meno segrete, ha più di un motivo per ricredersi e fare la sua parte. Non è una chiamata alle armi, non mi compete e non ho mai avuto le necessarie doti di condottiero, ma una semplice considerazione che scaturisce dall’osservazione e dalla lettura degli ultimi avvenimenti politici. La partita a Marcianise, contrariamente alle altre realtà che andranno al voto, si fa sempre più avvincente, a tratti eccitante, perché più che le persone nei loro diversi ruoli ( politici di passione o di mestiere, saltimbanca e affezionati ai voli della quaglia, servitori del popolo, dilettanti allo sbaraglio, vecchi volponi) è in gioco un modo di intendere la politica diametralmente opposto. Pochi giorni fa Dario Abbate, leader dell’Area Riformista provinciale, mister 9000 preferenze e passa alle ultime regionali, esponente di spicco del Pd locale, ha bocciato la candidatura di Antonello Velardi, caporedattore centrale de “Il Mattino”, non per ragioni di carattere personale ma perché ritiene che dopo il fallimento delle ultime amministrazioni di centrodestra, il centrosinistra ha accumulato un certo vantaggio ed il Pd ha dignità, forza e cuore per candidare un suo esponente politico alla carica di sindaco. Un legittima presa di posizione sul primato della politica sulla società civile ed una dichiarazione d’amore puro e incondizionato verso il suo partito. Ad Abbate, però, ci preme fare 5 domande, a cui speriamo risponda in tempi brevi:1) Per capire la portata politica del suo ragionamento ed allontanare il sospetto che le sue dichiarazioni siano state dettate dal rapporto politico non idilliaco con Filippo Fecondo, di cui Velardi è vecchio amico, in che veste Lei silura il giornalista? 2) Non Le pare che il suo intervento sia leggermente prematuro dal momento che siamo ancora in alto mare in fatto di alleanze e composizione delle liste? 3) E’ vero che negli ultimi anni le amministrazioni comunali (perché ho sempre reputato che il bilancio negativo sia anche imputabile all’entourage e ad una politica malata) di Marcianise e Capodrise capeggiate da sindaci non del tutto politici hanno deluso ampiamente le aspettative, ma nei decenni precedenti chi ha governato la politica o la società civile?4) Per dirla con parole semplici non pensa che, eccetto qualche rara eccezione, siano stati i politici e non la società civile a determinare l’alto tasso di disoccupazione, il drammatico inquinamento, lo stato vergognoso delle strade e delle infrastrutture, e potremmo proseguire con altri primati negativi? 5) E poi, mi consenta, se ha già delimitato il campo e il partito da dove dovrebbe uscire il candidato sindaco, perché non fa il nome o i nomi dei militanti democratici che, a suo parere, hanno le capacità e attitudini per ricoprire la carica di primo cittadino? In attesa delle Sue risposte, mi preme precisare con Lei e i lettori, che la mia non è una difesa d’ufficio di Velardi, che a malapena conosco di vista, con cui mi limito allo scambio di saluti in pubblico, a condividere alcuni pensieri sui social e tra l’altro non so nemmeno se effettivamente ha intenzione di candidarsi, ma un modesto contributo a chiarire le responsabilità di quanto è accaduto a Marcianise negli ultimi decenni e a sollecitare un equo, rispettoso e proficuo rapporto tra la politica e società civile. Non il sottoscritto ma un signor di nome Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte Costituzionale, afferma in “Lezione sulla democrazia” tenuta alla Festa del Partito Democratico a Torino nel 2010:” “ Qui, nella denuncia della mentalità dilagante, nella difesa e promozione di una cultura della convivenza e nell’azione per contrastare l’incultura della violenza, c’è un compito che ci riguarda tutti, in quanto questa società non ci piaccia affatto. Ci riguarda come cittadini cui la democrazia sta a cuore come un bene cui non vogliamo rinunciare. Ma riguarda anche i cittadini che militano in partiti politici che hanno la parola democrazia nelle proprie ragioni fondative o addirittura nel proprio simbolo. Ecco un’altra buona ragione per abbandonare l’idea che la politica si faccia principalmente nelle stanze dei palazzi del potere o negli uffici delle burocrazie di partito, che il buon politico sia quello esperto di “scenari”, alchimie, tattiche e strategie. Tutto questo è importante, ma non basta. Siccome non basta, abbiamo il dovere di chiederci: dove siamo quando nel nostro Paese si avvelenano i rapporti tra le persone, nelle tragedie dell’immigrazione come in quelle delle famiglie di senza-lavoro e nei drammi del lavoro senza sicurezza; nelle proteste per una scuola che affonda come nella tragedia di chi è colpito dalla forza scatenata della natura: nei nostri uffici o tra chi ha bisogno di solidarietà? Ecco perché è necessario stringere i rapporti tra partiti e società, abbandonare l’idea e le pratiche che fanno pensare che gli uni possano fare a meno dell’altra, e viceversa”. Io la penso esattamente come lui ed aggiungo: a me non interessa se il candidato sindaco sarà un politico o un uomo della società civile, guardo alla sua proposta politica, a ciò che è in grado di dire e metter in campo per la città dopo un’attenta ricognizione della situazione finanziaria e dei fattori che hanno determinato l’impasse amministrativo del comune. E siccome tra i miei tanti difetti, non c’è l’ipocrisia ossia spronare alla chiarezza e non espormi, dico che al momento nel centrosinistra due soli soggetti hanno iniziato a parlare alla città: Alessandro Tartaglione, che punta alla leadership nel Pd e nella coalizione di centrosinistra con l’appoggio di diversi esponenti della società civile, e Antonello Velardi, ultimamente più attento e propositivo sui social riguardo ai fenomeni e iniziative locali, ma non sappiamo ancora se scenderà o meno in campo. Mentre Abbate stoppa la candidatura di un uomo della società civile alla carica di sindaco, i Cinquestelle fanno l’esatto contrario: su facebook ma anche all’iniziativa di sabato e domenica prossima “Weekend di cultura, arte, musica , informazione” presso il Palazzo Monte dei Pegni inviteranno a sottoscrivere il seguente modulo di adesione:” Partiamo dal basso Sei di Marcianise? Vuoi davvero impegnarti per la tua città? Se sei incensurato e non hai nessuna tessera di partito, dai la tua disponibilità a candidarti nel Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni comunali come consigliere o assessore . Lascia qui i tuoi dati”. L’iniziativa è senz’altro nuova e interessante nel panorama politico locale ma pone un paio interrogativi:” Nel caso in cui dovessero pervenire parecchie adesioni, la selezione avverrà tramite un concorso per esami e titoli o un colloquio con una commissione speciale? E poi , se tutti gli aderenti fossero neofiti della politica, non sarebbe opportuno prima della candidatura organizzare se non dei corsi di diritto amministrativo quanto meno degli incontri per capire cosa è una delibera, una determina e altri atti amministrativi? C’è il rischio, infatti, in caso di elezione a consigliere comunale o assessore, che passi molto tempo prima di capire il funzionamento della macchina amministrativa. Come per Abbate anche per i Cinquestelle restiamo in trepida attesa di risposte. In casa Cinquestelle e centrosinistra questo è tutto, nel centrodestra invece prende quota la candidatura del conosciuto e stimato direttore dell’UOC di Pneumologia dell’ospedale di Caserta, Pasquale Salzillo. Se a Marcianise c’è tanta carne a cuocere, a Capodrise si continua con le riunioni carbonare e le trattative sotto e sopra il banco. Al momento c’è il solo generico impegno del Pd all’elaborazione delle linee politiche amministrative per risollevare le sorti del paese, mentre gli altri protagonisti della contesa preferiscono impiegare ogni loro sforzo nella individuazione della coalizione più vicina alla vittoria e degli uomini col maggior peso elettorale. Nemmeno un barlume di idea sul rilancio della zona commerciale di via Retella o sulle iniziative da intraprendere per scuotere una città sempre più condannata ad essere zona di transito-dormitorio tra Marcianise e Caserta. Un vero peccato per Capodrise, che in tempi non remoti ha rappresentato un’oasi a livello provinciale per vitalità socio-culturale e economica.