Con l’avvicinarsi del Natale mi piace perdermi tra sogni, desideri, utopie e “il naufragar m’è dolce in questo mare”, come direbbe il caro amico Giacomo Leopardi. Trovo un piacere particolare a immaginare un mondo senza guerra, povertà e solitudini e città, non per forza di cosa megagalattiche ed efficientissime, ma che assicurano i servizi essenziali e consentono a tutti di vivere una vita dignitosa. Vagheggio troppo? Può darsi, ma non mi va di tornare sulla Terra perché mi ritorna sempre in mente l’interrogativo che quel simpaticone di Gigi Marzullo poneva sempre ai suoi ospiti “La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?” e al quale do sempre la stessa risposta: guai a vivere solo di sogni ma, senza di essi, la vita non avrebbe sapore. Rassegnatevi, pertanto, a sciropparvi il mio sogno natalizio, soprattutto nella parte riguardante l’ambiente in cui viviamo quotidianamente perché, e costa sofferenza ammetterlo, per le sorti del mondo possiamo fare davvero ben poco. Ebbene, nella mia città ideale gli amministratori vengono candidati ed eletti non perché hanno soldi, dispensano piaceri o possono contare su amici e grandi famiglie, ma unicamente perché sono persone perbene, si circondano di gente altrettanto onesta e capace, hanno una proposta forte e concreta per la città. “Più che un sogno – penserete in molti – è una vera e propria chimera”. E in effetti è tosta dargli torto perché abbiamo a che fare con una classe politica, di cui non mi azzardo a giudicarne il lato morale e aborrisco i moralisti di professione, ma sicuramente più innamorata della polemica a tutti i costi, della denigrazione o addirittura della distruzione personale non dell’avversario ma del nemico politico, piuttosto che delle idee e i progetti per la città. Io comunque, da utopista convinto, non mi arrendo e farò sempre la mia piccola parte, incentivando quanti vogliono parlare alla città più che al loro ego o alle loro tasche. L’ho fatto circa un mese fa con il weekend di politica, arte, cultura organizzato dal M5S al Palazzo Monte dei Pegni, e lo faccio oggi con “Marcianise Terra di Idee” promossa da Alessandro Tartaglione con alcune associazioni e personalità della società civile ove son emerse idee fresche e brillanti per la città. Il nostro auspicio è che anche gli altri due democratici, Giuseppe Bucci ed Enzo Foglia, che hanno già dato la disponibilità alla candidatura a sindaco e tutti gli altri aspiranti alla nomination a sindaco appartenenti ai partiti, movimenti, liste civiche, raggruppamenti di destra, centro, cento-destra o senza alcuna connotazione politica, presentino il loro assetto programmatico alla città e vinca la proposta politica e programmatica più seria, credibile e condivisa dalla gente. Parafrasando una nota pubblicità “O così o Pomì”, il candidato sindaco quindi, o sarà scelto per grazia ricevuta esclusivamente dalle aggregazioni politiche, gruppi interni più influenti o dalle lobby secondo l’obsoleta logica “Oggi a me, domani a te” oppure si terrà conto anche del suo bagaglio ideologico e del gradimento degli elettori. In attesa che i partiti scoprano del tutto le carte e decidano, io dal sogno passo alla realtà per dare una sbirciatina ai nomi in pole position. Nel centrosinistra, ancora col dilemma dell’alleanza o meno coi gruppi che fanno rispettivamente capo ad Antonio Tartaglione e Gerardo Trombetta perché ex alleati di De Angelis, oltre ai 3 democratici al momento non c’è nessun altro candidato. Gli altri partiti, Centro Democratico, Udc, Scelta civica e qualche raggruppamento civico, attendono che sia il partito principale della coalizione a fare il nome unitario da presentare. Se così non fosse, c’è da scommettere che i nomi dei papabili a sindaco spunteranno come funghi. Nel centrodestra, invece, si rincorrono i soliti nomi: Maria Luigia Iodice, l’ex consigliere comunale e provinciale, Pasquale Salzillo e il suo omonimo pneumologo, il direttore sanitario dell’ospedale, Matteo Alberico. I Cinquestelle, invece, starebbero sondando la disponibilità di giovani professionisti locali mai impegnati in politica. Fin qui poco o nulla di nuovo. Da qualche settimana, però, gira con una certa insistenza la voce circa i preparativi per la presentazione di alcune liste civiche ad opera di figli d’arte della politica o professionisti locali, costituite da giovani e volti nuovi e pronte alla corsa solitaria. Non si discosta tanto la situazione a Capodrise ove continua la guerra, ogni tanto interrotta da qualche spunto programmatico, tra il Partito Democratico e CentroCittà. Non entro nel merito perché non mi compete e tra l’altro poco mi interessa, ma la sensazione è che i continui attacchi al segretario del Pd, Pietro di Bernardo, da parte degli uomini vicini a Crescente mirano a indebolire, destabilizzare il partito democratico o fanno parte di altra, precisa strategia pianificata a tavolino tra diversi soggetti. Il Pd, però, oltre a difendersi e passare al contrattacco, trova anche il tempo per lavorare alla costituzione di una “Grosse Koalition” che includa oltre il movimento civico di Anthony Acconcia, anche i Colella, gli ex socialisti e Sel, rappresentata dall’ex consigliere comunale, Giuseppe Glorioso.