RICEVO E PUBBLICO QUI DI SEGUITO L’ INTERVENTO:
In questi giorni è tornato di attualità un tema: la qualità dell’aria che respiriamo.
Molti cittadini lamentano di dover tenere, nonostante il caldo, le finestre chiuse per evitare di respirare una puzza nauseabonda.
Inoltre, l’insistenza dell’alta pressione, con un lungo periodo privo di precipitazioni e una persistente cappa di calore, sta determinando un peggioramento della qualità dell’aria e ciò genera grande preoccupazione per la nostra salute.
Con il caldo consumiamo più energia per climatizzare case e uffici (e dunque aumentano le emissioni nocive) e aumenta l’inquinamento da polveri, dovute anche ai diversi roghi che si stanno avendo in città
È innegabile che i cittadini abbiano il diritto ad una estate con aria salubre e senza odori sgradevoli, ma è loro diritto conoscere anche la qualità dell’aria che respirano.
Non sappiamo cosa respiriamo né da dove provenga.
È indiscutibile che il problema esiste, è serio e serio deve essere l’approccio.
Non sappiamo se la sensazione olfattiva sia direttamente correlata ad effetti dannosi per la salute né conosciamo i livelli di inquinamento da polveri sottili.
È necessario, pertanto, avere a disposizione informazioni ambientali corrette, facilmente accessibili che tranquillizzino i cittadini rispetto alla salubrità dell’aria.
Per ottenere questo sarebbe necessaria la presenza di un sistema di monitoraggio ambientale, focalizzato sulla qualità dell’aria, in grado di dare continuità alle informazioni ambientali e risposte ai cittadini.
Il piano, nel suo complesso, dovrebbe svolgersi attraverso una serie di attività integrate tra loro, tra le quali:
• esecuzione di analisi chimiche ed olfattometriche nelle aziende del territorio;
• rilevazione dati meteorologici;
• rilevazioni e annotazioni di odore, eseguite dai cittadini volontari;
• rilevazione della qualità dell’aria con sistema olfattivo elettronico;
• installazione, in diverse zone della città, di centraline per il monitoraggio continuo della qualità dell’aria.
Pertanto, considerate le diverse azioni da attuare, sarebbe necessario convocare un tavolo tecnico tra Comune, Arpac, ASL e NOE, per elaborare un piano di montoraggio continuo e definire le azioni di competenza di ciascun soggetto.
Nel frattempo il Comune potrebbe cominciare con una semplice installazione di:
• un sistema olfattivo elettronico per rilevazione della qualità dell’aria;
• centraline per il monitoraggio continuo del particolato atmosferico (individuato come particular matter, PM10 e PM2.5)