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È una fontana borbonica, che ci rammenta la nostra storia.
È un’opera d’arte, coi suoi delfini che spruzza(va)no acqua fresca per mitigare le caldi estati meridionali.
È anche il centro dei nostri ricordi: la celebre bevuta “sotto il piscitiello” ha segnato la fine delle lunghe notti estive di centinaia di giovani Marcianisani.
Ora la fontana è muta, paradigma della inettitudine di una classe dirigente, e potrebbe persino divenire la metafora del nostro declino.
Farò di tutto per impedirlo.
Come sapete, problemi di natura conservativa – mai affrontati sinora – hanno costretto a lasciarla inerte.
E non basta la mano di qualche buontempone a riaprirla, a rischio di danneggiarla irreparabilmente.
Anzi: chi lo ha fatto sarà – io spero – individuato e risponderà di eventuali nocumenti alla struttura, che spero non esservi. Per la collettività, ma pure per lui.
Un bene pubblico che giace inutilizzato è uno spreco.
Ma utilizzarlo mettendolo in pericolo per le nuove generazioni è egoistica arroganza.
E forse, ma non spetta a me dirlo, anche reato.
Vi terrò aggiornati”. Sempre sui social, in risposta a un cittadino che chiedeva di farla funzionare in questi giorni di calura e poi si sarebbe provveduto al consolidamento il primo cittadino ha risposto che : “il restauratore sarà da noi giovedì, max venerdì. Se ci dirà che non ci sono problemi certamente la lasceremo aperta fino all’intervento di restauro”.