Il NO, eccetto che in Trentino ed Emilia Romagna, Toscana (luoghi storici della Resistenza al nazifascismo), stravince dappertutto e Renzi , padre di una riforma costituzionale che avrebbe mutato l’assetto istituzionale del Belpaese , giustamente si assume la responsabilità politica della débâcle e si dimette. Finalmente le mie orecchie e il mio stomaco non saranno più violentati da improvvisati costituzionalisti e chiromanti, che avevano profetizzato rispetto pieno della libertà, della democrazia, della centralità della politica e una sfilza interminabile di benefici, in seguito alla caduta del Fonzies fiorentino. Staremo a vedere! Son un italiano, e se l’italia da qui a breve diverrà un Eden, ne sarò molto contento. Aspettando che i buoni presagi divengano realtà, nel frattempo, mi piacerebbe capire insieme a voi di chi sono responsabilità di quanto è accaduto. Per rompere il ghiaccio, vi dico per primo come la penso: Renzi indubbiamente ha commesso una serie di errori sia per quanto concerne l’azione politica del suo governo che nella conduzione politico-comunicativa della campagna referendaria. A mio modesto parere, il premier ha peccato gravemente in tema occupazionale, particolarmente per la riduzione dal 2016 degli sgravi fiscali per il Jobs act. E che dire poi delle politiche sociali? Ne ha fatta una dietro l’altra: l’introduzione a partire dal 2017 del bonus asilo nido senza alcun limite Isee, per citare un esempio, incontra la mia totale disapprovazione. Circondarsi di belle e giovanili figure, poi, ma incapaci di tenere un confronto sui temi del referendum, ritengo che non abbia giovato per nulla alla sua causa. Da soli non si va da nessuna parte, ed è perciò preferibile lavorare in team con persone anche critiche, ma di contenuti e spessore. Qualcuno obietterà:” Ma Berlusconi era solo al comando?”. Il Cavaliere era altra cosa e non proveniva da una cultura ed un elettorato che fa gli sconti agli estranei, mentre fa pagare con gli interessi ai propri. Abbozzate più o meno responsabilità di Renzi, si tratta di considerazioni del tutto personali, adesso vi domando: ”A vostro parere, in questa vicenda ha più colpa Renzi o il suo partito?” Io reputo il Partito Democratico, più intento sia a livello nazionale che locale a farsi la guerra interna per la supremazia della banda X o quella Y, ad annientare , al di là del merito delle questioni, chi non si riesce a contrastare sul piano del confronto e della dialettica politica, piuttosto che a fare politica, a leggere e interpretare i bisogni e istanze di una società in rapido e progressivo cambiamento, a prospettare senza snaturarsi misure e interventi concreti su alcuni temi delicatissimi quali l’immigrazione, il welfare e l’occupazione, ormai divenuti cavalli di battaglia delle forze populiste. Due esempi concreti per intenderci : uno romano e l’altro marcianisano. Fino a poco tempo fa Bersani e Cuperlo erano sulla stessa barca, poi il primo vota 3 volte si alla riforma e improvvisamente “folgorato sulla via di Damasco” abbraccia le tesi del No, mentre Cuperlo raggiunge un compromesso con Renzi sulle modifiche all’Italicum dopo il voto referendario e abbraccia il Sì. Io sto col secondo, e penso che con un Pd compatto la partita si sarebbe riaperta. A Marcianise, invece, il Pd partito di maggioranza relativa, precedentemente dilaniato dalla lotta fratricida tra fecondiani e abbatiani, dopo le consultazioni amministrative di giugno, conta 5 consiglieri comunali, cui potremmo aggiungere gli altri 2 della lista “Marcianise Terra di Idee” che provengono dalle fila democratiche, per complessivi 7 consiglieri comunali su 15 della maggioranza consiliare, quanto basta per dare un apporto significato e forte all’azione amministrativa e mantenere un dialogo aperto e continuo con la gente. Ed invece cosa accade? Un partito muto e diviso (addirittura ci sarebbero tanti Pd quanti sono i consiglieri comunali), che stenta a rapportarsi e confrontarsi con la città e l’amministrazione comunale. Al momento, mi dà l’impressione più di “una società carbonara di separati in casa” che un luogo di incontro, dibattito, proposta per la città. Ed anche in questo altro caso, vi dirò con chi sono: propendo per i partiti che parlano quotidianamente alle persone, informano la comunità dei risultati amministrativi, sono propositivi ma anche una spina del fianco dell’amministrazione comunale, si scontrano duramente all’interno ma non rinunciano ad una sintesi. Cari politici, tentar non nuoce e se dovesse andar male, non fatene un dramma, tornate alle vostre casette col felice pensiero che la prima cosa è pur sempre la salute e fortunatamente il medico non ha mai ordinato a nessuno (stando almeno alle notizie in mio possesso) la carriera politica per il proprio benessere psicofisico!!!