Questo e tanto altro a chi potevamo chiederlo se non al primo cittadino Antonello Velardi, fermo restando che, com’è nello spirito del mio blog aperto al contributo di tutti senza mai scadere in toni offensivi e battute irriverenti, chiunque può intervenire. Qui di seguito l’intervista:
- A parte l’accordo transattivo tra il comune e l’interporto, quali iniziative intraprenderà per favorire lo sviluppo economico del territorio?
L’Accordo transattivo con la società dell’interporto non è la soluzione ai problemi. Nè altre azioni singole sono soluzioni. Solo un’azione sinergica e continua può favorire quello che lei chiama lo sviluppo economico del territorio. E su questo piano stiamo facendo molto da tempo, a prescindere da quell’accordo. C’è un rapporto continuo e costante con la Regione e con il governo nazionale. Penso all’inserimento di Marcianise nelle aree di crisi, penso anche all’inserimento di Marcianise e dell’interporto nelle zone ad esenzione fiscale, penso all’azione di raccordo fatta con il ministero per favorire il piano di sviluppo e non di smobilitazione di Jabil. Ma penso anche al progetto su cui stiamo lavorando con Invitalia per far acquisire al Comune l’ex incubatore di imprese da trasformare finalmente in uno strumento efficiente ed efficace per le start up. Aggiungo che nel frattempo sto personalmente svolgendo un’azione di raccordo per poter favorire un progetto di recupero dell’ex Polo della Qualità. Ho chiesto di avere un incontro con il giudice del fallimento e con i curatori per evitare che la struttura sia definitivamente abbandonata e per trovare una soluzione alternativa.
- Ha stilato una mappa del disagio socio-economico cittadino e approntato delle misure? Sul fronte del disagio socio-economico stiamo lavorando molto. E’ un terreno su cui siamo molto indietro. Intanto, simbolicamente siamo riusciti a stilare con i servizi sociali un elenco aggiornato di soggetti in difficoltà, facendo da raccordo con il mondo cattolico e con i volontari che operano nelle parrocchie. E’ la prima volta che ciò avviene, abbiamo scoperto diversi doppioni: nessuno nel passato ci aveva mai messo mano. Ringrazio i volontari per questo lavoro. E’ chiaro che non possiamo fermarci qui, questo è solo un piccolo passo. Devo però aggiungere che la materia ha subito una profonda rivisitazione normativa che è peraltro tuttora in corso, con punti oscuri che non sono stati mai chiariti né in sede nazionale né in sede locale. Le competenze del Comune si sono in parte nel frattempo accavallate con quelle dell’Asl e sono quasi del tutto trasmigrate verso l’ambito socio-sanitario, un nuovo organismo che nei nostri territori è purtroppo ancora un’entità oscura. Come tutti sanno Marcianise è comune capofila di un ambito-sociosanitario; a dirigere la struttura ho trovato un dirigente del comune di Marcianise che però di mestiere fa l’ingegnere e la legge peraltro richiede espressamente una formazione professionale specifica. Mi sono preoccupato di trovare una soluzione diversa, in accordo con gli altri sindaci dell’ambito: non era facile, ma alla fine ci siamo riusciti. Ad occuparsi della materia sarà il dottor Alessandro Cappuccio, ora dirigente della Regione Puglia con esperienza lavorativa al Comune di Caserta. Sono certo che cambieremo completamente passo.
- Lei più volte ha posto l’accento sulla necessità di rivedere l’assetto della macchina comunale e conseguentemente ha operato sostituzioni e affiancamenti. Su questo versante, ci saranno altre novità?
Sul fronte della macchina burocratica ci saranno diverse novità, oltre quelle di fine anno. Ho trovato una macchina spenta, senza benzina, con i motori pieni di sabbia. Stiamo ripartendo, battendo anche lo scetticismo di quelli che pensavano all’inamovibilità delle persone e all’ineluttabilità delle scelte. Non ci fermiamo.
- In materia di tutela ambientale ha in mente qualcosa per il nuovo anno?L’obiettivo più importante è il progetto di risanamento dei Regi Lagni. Nell’ambito di questo progetto abbiamo presentato un nostro piano per la difesa delle campagne, speriamo che verrà valutato positivamente. Ma ambiente significa tutto. Ogni azione amministrativa ha come obiettivo ultimo quello della tutela dell’ambiente. Penso, ad esempio, ad un nuovo piano traffico su cui stiamo lavorando o al potenziamento delle telecamere.
- Un altro tema molto caro ai suoi cittadini è la salute. In campagna elettorale ha fatto del progetto di prevenzione, cura e ricerca col grande oncologo napoletano Antonio Giordano, uno dei suoi cavalli di battaglia. A che punto è ?
Sul progetto del professore Giordano non posso anticipare nulla, perché siamo alla vigilia di un annuncio importante. Diremo tutto al momento giusto, nelle sedi giuste. Posso solo aggiungere che non siamo stati con le mani in mano: abbiamo lavorato molto e abbiamo trovato una forte rispondenza da parte degli organismi di gestione della sanità pubblica, a livello locale e a livello regionale. L’ospedale di Marcianise diventerà un fiore all’occhiello. Finora è stato gestito come luogo di potere, di affari da conventicola. Non solo l’ospedale, anche il distretto, dove i soliti noti volevano subito mettere le mani sopra come indennizzo per l’appoggio dato in campagna elettorale. Il solito medico imbecille, abituato ad andare avanti non con i meriti propri ma con la politica, e ce ne sono molti, si era già organizzato per prendere posizione. Ho spiegato in giro che, per quanto mi riguarda, quel medico deve andare a prendere un po’ d’aria fresca da un’altra parte, lontano da Marcianise. In campagna elettorale aveva trasformato la sede del distretto in un comitato elettorale.
- Sempre in tema di salute, Lei da autorità sanitaria locale cosa farà per spronare l’azienda sanitaria a risolvere i problemi strutturali e funzionali dell’ospedale ( il Pronto Soccorso versa in condizioni pietose, manca l’ortopedia)?
Ribadisco ciò che ho scritto prima. Sull’ospedale di Marcianise verranno fatti investimenti importanti, cambieranno molte cose. Solo così verrà cancellato lo schifo che tutti hanno sotto gli occhi. Però, attenzione: a Marcianise ci sono reparti che sono come un fiore all’occhiello; la verità è che il reparto lo fa il primario, è una vecchia legge non scritta.
- Caro sindaco accantonato il bilancio positivo di “Christmas on the streets”, cosa bolle in pentola per la Cultura?In questi giorni faremo una riunione di bilancio di Chistmas, coinvolgendo tutti coloro i quali ci hanno dato una mano. Sarà l’occasione per fare il punto sulle iniziative future. Per la cultura in particolare penso sempre al progetto di una Fondazione cittadina, con il coinvolgimento di pubblico e privato, per canalizzare tutte le iniziative e per avere un’attenzione costante a questo settore. Per dare un sostegno a tutte quelle realtà di Marcianise che si muovono spesso in modo autonomo e senza alcun supporto.
- Quali sono gli atti, gli impegni, i progetti particolarmente gravosi che hanno determinato la stanchezza e la conseguente sostituzione in giunta di Antonietta Paolella? Sono in programma nuovi ingressi o cambi di deleghe ?Le deleghe assegnate alla Paolella sono centrali, molto importanti. Richiedono molto lavoro, molto impegno. Ad Antonietta l’impegno non è mancato né l’entusiasmo, ma adesso noi stiamo entrando in una fase nuova. E’ una fase di costruzione, di riconversione, di ripartenza. E ogni ripartenza deve avvenire con lo sprint. Io purtroppo ho visto Antonietta abbastanza stanca negli ultimi mesi, ho avuto l’impressione che non ce la facesse a tenere il passo in alcuni momenti. Per carità, non siamo tutti robot e neanche io lo sono e perciò mi è parso naturale fare un avvicendamento. Più che naturale direi doveroso: il primo interesse di un sindaco è fare gli interessi della città, non badando ai propri. Se un giorno, io avvertirò ancor più forte il peso del mandato e capirò che non riesco a rendere un servizio alla mia gente, sarò il primo a trarre le conclusioni e a dimettermi. Ripeto: è un dovere. Poi ho visto che cosa è accaduto dopo l’annuncio dell’avvicendamento e ho capito che non tutti la pensano come me. A chiacchiere ognuno dice di volere il bene della città, ma poi il primo interesse è quello personale, familiare, di gruppo, di partito. Un normale avvicendamento, peraltro espressamente previsto dalla legge come unica ed irrinunciabile prerogativa del sindaco, è diventato oggetto di una vergognosa campagna mediatica e politica. Lo dico ai familiari e agli amici della Paolella: non le state rendendo un buon servigio, la state facendo apparire come una che è attaccata alla poltrona. Non tiratela per la giacca, così la fate sembrare come una traffichina sta al centro di grandi intrecci. E soprattutto le affibbiate la peggiore patente, quella di difensore del familismo amorale. Ma io non voglio più parlare della Paolella, io guardo oltre, penso al futuro. Il futuro sarà interpretato da Cinzia Laurenza, neo assessore, molto brava, assistente universitaria di diritto amministrativo, con una forte personalità. Noi in giunta abbiamo bisogno di gente con personalità, non solo di persone, di brave persone.
- Mi toglie una curiosità: mi dice il risultato di cui va più fiero e l’errore di cui ne avrebbe volentieri fatto meno nel 2016?La cosa di cui vado più fiero è la creazione del Diario, uno strumento completamente innovativo, un mezzo prezioso per interloquire con la gente. L’errore di cui avrei volentieri fatto a meno? La chiusura del Diario. E non è un paradosso. Io l’ho chiuso perché sono arrivato al limite, perché non ce l’ho fatta più a sopportare la montagna di merda che mi è stata rovesciata addosso in questi mesi e soprattuto in questi ultimi giorni, proprio dopo la vicenda Paolella. Me l’ha rovesciata la parte peggiore della città; i più disonesti, i più impreparati, i più intrallazzatori. E’ un errore chiudere il Diario, lo so. E perciò dico che è un errore di cui avrei fatto a meno ma davvero non riesco ad andare avanti in queste condizioni. Sono al limite, anzi oltre il limite. E’ un errore perché è come se avessi chiuso il portone del municipio, come se avessi detto alla gente che non era più il caso di venire in municipio a trovarmi. Eppure io non la penso così; sono per le aperture, non per le chiusure. E’ una vicenda per me molto dolorosa.