A seguito dei risultati elettorali, consentitemi di fare un po’ di valutazioni.
Il 5 a 2 per Renzi e il calo dei consensi per Il Pd, non rappresentano la fine del governo, del renzismo, e di quant’altro, annunciato ieri a pochi minuti dalle prime proiezioni da un gongolante leader di Forza Italia, cui non affiderei nemmeno l’amministrazione del mio condominio per la sua imprudenza (mi ricordava il mattacchione Emilio Fede che piazzava bandierine blu su quasi tutte le regioni della cartina geografica d’Italia per poi svegliarsi il giorno dopo con un’ amara sorpresa), ma un monito serio, un richiamo inequivocabile, un chiaro segnale per il premier da parte di alcuni strati sociali ( in primis insegnanti su tutte le furie per il DDL “ Buona scuola” e i giovani senza lavoro che più massicciamente hanno premiato Grillo) a rivedere “qualche cosina”, altrimenti si avvierà inesorabilmente al tramonto. Con il voto di ieri, a mio modesto parere, ci troviamo difronte ad un Renzi ridimensionato e sul filo del rasoio ma che amministra, se la memoria non mi gioca brutti scherzi, tutte le regioni eccetto Lombardia, Veneto e Liguria ed ha come competitors:
1) il duetto Grillo-Casaleggio finalmente conscio che per far guadagnare voti ai suoi è meglio starsene a casa a schiacciare un pisolino piuttosto che scendere nell’arena politica, ma non ha ancora trovato il coraggio di uscire dalla torre eburnea per aprire un confronto con le altre forze politiche sulle loro proposte, prima fra tutte il reddito di cittadinanza su cui nutro forti perplessità;
2)un Salvini, re indiscusso del populismo, che migliora la sua performance elettorale per il servizio a torso nudo in copertina e per il ritorno tra le braccia del padrone di Dudù;
3)una sinistra a sinistra del Pd che, a mio malincuore, oltre a tirare i piedi e a godere smisuratamente delle disgrazie al ragazzotto fiorentino e company, non impegna energie e risorse per un progetto serio, concreto , alternativo della società italiana e per una comunicazione più adeguata con la gente.
Non so a voi, ma leggendo giornali e camminando per strada, io non sono venuto a conoscenza di una sola idea del candidato alla Presidenza Vozza per la Campania.
E poi, a mio modesto parere, occorre anche superare una certa logica minoritaria figlia di un certo narcisismo intellettuale e morale. Leggo, ad esempio, certi rispettabili commenti di goduria per il 2,..% ottenuto alle regionali, come se si facesse parte di una nicchia, un’ élite di geni incompresi e casti che non mi trovano affatto d’accordo: io innanzitutto farei autocritica, cercherei di non commettere gli stessi errori e sarei subito a lavoro per fare in modo che le idee in cui credo e son certo che migliorerebbero la vita di tutti, con tutte le difficoltà del caso ( clientele, malavita ecc), divengano maggioranza.
Non bisogna aver paura di dire a se stessi : ”Voglio governare, dare sostanza, attuazione alle mie idee per una società migliore e assumermi la responsabilità delle scelte”. Diversamente sono solo masturbazioni mentali, o se volete, monologhi di autosoddisfazione narcisistica per suonarsela e cantarsela da soli.
Lungi da me il tediarvi ulteriormente, concludo con un breve passaggio sulla situazione locale: riguardo al centrodestra ancora una volta dimostra di saper fare squadra, poiché con un partito locale per nulla coeso e Del Gaudio sfiduciato, riesce a portare un congruo bottino elettorale a casa e a far eleggere alla carica di consigliere regionale, Giampiero Zinzi, cui porgo i miei sinceri auguri di buon lavoro. Per il centrosinistra, buono il risultato di Dario Abbate che con gli 8100 voti e passa (cifra de “IL Mattino”) di questa competizione incrementa di circa 2500 voti il dato della precedente candidatura regionale, ma non sufficienti alla elezione perché ancora una volta ha prevalso la resa dei conti, il rancore personale, l’autoreferenzialità, la lotta tra guelfi e ghibellini assai di moda nei postcomunisti, più che la politica. Di questo passo non sarà mai eletto un consigliere regionale e facilmente si regalerà anche per il futuro la città alle forze di centro o centro- centrodestra. Se veramente si ha a cuore le sorti del Pd e della città, soprattutto i giovani, non necessariamente di età anagrafica ma di animo e di pensiero, devono farsi avanti, osare e conquistarsi uno spazio.
grande e magnifica persona…. ad majora …..
Grazie Donato!
Stranamente concordo con la tua analisi. Mi permetto di aggiungere alcune cose. Il dato principale in termini assoluti di voti, ha guadagnato, purtroppo, solo la lega di Salvini. In Campania per la vittoria di De Luca sono stati determinanti i tanti candidati che hanno mosso migliaia di voti. Consiglierei una riflessione seria a Renzi, non può fare a meno della sinistra interna del PD, vedi il caso Liguria.
È auspicabile sia una pax interna che con gli arrabbiati della scuola e tra i giovani.