“Le sue opere ci ricorderanno quanto sia un dovere oltre che un diritto rincorrere e difendere la bellezza
La penna scivola dalle mani, come a dire che nonostante il dolore la sua storia vada raccontata e allora ci proverò in breve sperando che più in avanti venga qualcuno, che meglio di me, sappia rappresentare la grandezza, soprattutto in termini artistici, del Maestro Raffaele Salzillo.
Quando viene a mancare un artista della sua portata cominci a pensare che il mondo sia divenuto un posto un po’ più brutto perché un altro paladino della bellezza ha deposto le spoglie temporali.
Si perché il Prof. Salzillo era alla costante ricerca di quel nucleo di straordinaria bellezza che si nasconde nell’ombra del particolare.
Una produzione incredibile (personalmente ho visto più di 100 suoi quadri) che varia dall’espressionismo all’astrattismo passando per svariati temi: dalla vita alla morte, dall’inquinamento alla genetica, dalla potenza della creazione alla miseria della condizione umana.
Insomma un artista impegnato che affrontava con maestria e capacità poetica temi sociali ed etici “tanto da fornire un apporto considerevole al realismo sociale”, così come sottolineato dal noto critico d’arte Leo Strozzieri.
Di lui si è detto tanto soprattutto fuori dalle mura della nostra città.
Egli è stato esempio vero dell’antico brocardo latino che rende i profeti poco fortunati nelle terre natie, soffocati dalla nube della “collera” del vicino.
Persino Sgarbi ,mai tenero nel suo giudizio, ne apprezzò l’opera definendola tra le più importanti degli ultimi decenni.
Ne rimasero incantati e se ne innamorarono in Lucania e in Basilicata tanto da annoverarlo nelle eccellenze del luogo dove visse per un periodo abbastanza lungo.
Alcune sue opere le ritroviamo in diverse Chiese e Abazie (tra cui la Parrocchia SS. di Rionero,in provincia di Potenza, dove si conserva un rilievo in bronzo sul Battesimo di Cristo commissionatogli dal vescovado);
Fu molto apprezzato anche in Calabria dove si possono ritrovare le sue opere in diversi musei cittadini, tra cui una a cui lui era molto legato e che si trova presso il Museo di Paria (CS). (Vi allego una copia da lui donatami)
Vorrei scrivere di più ma riemiprei diverse pagine pertanto mi limito a dirvi che negli anni ’80 possedere un “Salzillo”, da Roma in su, significava essere davvero benestanti e più in generale esperti di un’arte sopraffina.
Una prova mi fu data da un eminente avvocato romano, con cui collaboravo, e che possedeva gelosamente un suo quadro.
Nonostante ciò alle luci della ribalta preferì la sua città, la sua Marcianise.
Qui diede vita ad una bottega (Via Santa Maria degli Angeli) che restava aperta soprattutto per impartire lezioni agli studenti degli istituti scolastici della città.
Umile, come pochi, adorava i giovani e con loro cercava di intrattenersi per lasciare un segno, un germe nelle loro anime affinché potessero ben comprendere la necessaria ricerca della bellezza come costante dell’essere uomo e persona.
Negli ultimi anni le sue condizioni di salute lo hanno costretto in casa, anche se in due occasioni ci ha onorato attraverso delle mostre realizzate presso il Cafeina Eat, in collaborazione con l’Associazione Urbe Marcianise, e in Piazza Umberto I in collaborazione con il Movimento civico Vivila.
Fino all’ultimo ha cercato di essere un maestro, nel senso più radicale di questo termine ovvero un pescatore d’anime capace di illuminare anche quelle più sopite;
e quando viene a mancare un maestro così straordinario ti senti un po’smarrito ma sono sicuro che il suo amore e la sua straordinaria empatia rimarranno sempre in mezzo a noi;
Ci parlerà per il tramite delle sue opere che continueranno ad impartire lezioni, che ci incoraggeranno ad osare, a vivere intensamente i nostri anni senza fermi né misure che la mediocrità del nostro tempo vorrebbe imporci.
Grazie Professore,
grazie di tutto
e scusaci se non siamo riusciti ad amarti nel modo che meritavi,
ma lo sai il detto come fa,
me lo hai insegnato tu.
Il tuo amico e umile allievo,
Avv. Raffaele Delle Curti.