A UN PAPAVERO ROSSO

1-praterieLa paura squarcia dall’alto in basso il mio animo,

le mie mani gelidano,

il sole non riesce ad accarezzare il mio viso.

Ieri mattina avremmo dovuto incontrarci ma una

telefonata,

spezzando un sonno dal sapore prelibato per le

tante notti insonni,

risvegliava bruscamente, sballottava e infine rag-

gelava il mio cuore ancora assopito.

La mia amica, con un vestitino a petalo di marghe-

rita che avvolge il prorompente decolté con ele-

ganza e i quotidiani vasi di fiori di campo sul tavolo

della cucina,

incontri unoavvinghiata, scaraventata su e giù e, lasciata a

terra in un buio profondo da un male infame,

non riscalda più chi l’ama, l’odia, mai ha avuto la

fortuna di conoscerla.

S’è spento il suo corpo ma non lei,

il suo anteporre il bene per gli altri ad ogni soffe-

renza propria, anche la più atroce,

il suo unico gusto per le cose semplici,

il suo pensiero senza confini,

la sua insaziabile fame di vita.

Solo oggi, con l’amaro in bocca, assaporo dolce-

mente quanto ci accomunava.

 

Questa è una delle mie poesie preferite e che ha ispirato anche la copertina del libro.

Tratta da “Incontri”,  disponibile su Amazon Store (http://goo.gl/Dq16o)

 

Esistono delle persone che hanno un modo proprio di esprimersi e che – al di là della scorza più superficiale – le mostra per quello che sono fino in fondo. Che le rivela permettendogli di affacciarsi in un cono di luce. Persone, insomma, che hanno bisogno di una voce diversa, un Avatar si direbbe oggi, per riuscire a parlare di sé stesse e delle proprie emozioni.

Michele Raucci rappresenta uno di questi casi e il suo libello “Incontri” appare il suo modo più reale e autentico per esprimersi, fuori di qualsiasi metafora.
La sua raccolta di poesie, pensieri, aforismi ed acute riflessioni raccoglie pensieri poetici che – partoriti nell’arco di più anni – finiscono per mostrarci l’animo e il volto più intimo di Michele Raucci. Attraverso le sue parole, l’autore riesce a toccare vari argomenti, dall’amore, alla fisicità, all’attualità più scottante, con la medesima profondità.

La tenerezza di “Vivere” e la sua condivisibile domanda di un “contatto caldo con persone vere”… la disillusione dell’”Immobile corsa” (“…dentro tutto è fermo”), la poesia che attinge alla storia contemporanea cantandone le vittime, e non gli eroi, con dolorosa partecipazione, come in “Morti bianche”. Il dolore, anche quello c’è, tutto racchiuso ne “Il mare immaginario” o nei due versi terribili di “Angoscia”. Basta leggere queste prime parole per capire quanto possano essere intimi, toccanti e di valore i pensieri di Michele, e quanto le sue poesie ritraggano una realtà interiore comune a tutti quanti, e spesso soffocata dalle ansie quotidiane e dai ritmi della vita moderna.

I versi della raccolta di poesie “Incontri” sono semplici, a volte assomigliano molto di più a pensieri, a riflessioni intime, che a poesie, proprio perché scaturiscono dall’animo dell’autore, ma sanno compiere ugualmente il loro percorso per giungere dritte alla mente e al cuore di chi legge.

“Incontri” è un libro da sfogliare, leggere, lasciare un po’ da parte e riprendere nel tempo per dare la possibilità a se stessi di comprendere senza smania di arrivare al punto, per poter ascoltare attraverso le parole e le immagini ciò che è accade ogni giorno dentro ognuno di noi.

[Recensione di Enzo Restivo]