Il 14 ottobre dell’anno scorso la mozione di sfiducia presentata e votata da 14 consiglieri comunali su 24 decretò la fine anticipata dell’amministrazione comunale e l’insediamento del commissario prefettizio Michele Lastella. Sono trascorsi 9 mesi e, ancora oggi, l’ex sindaco e la sua maggioranza si rimpallano la responsabilità su chi ha tradito e danneggiato la città, lanciando accuse e snocciolando dati per confutare la tesi dell’avversario. “E’ il giuoco delle parti” in lotta parafrasando la celebre commedia di Pirandello, nulla di più e nulla di meno, sorprende, invece, che quasi tutti perseverino in azioni e atteggiamenti che affossano la politica e la città piuttosto che creare con coerenza e sacrificio le condizioni per un governo cittadino stabile e efficiente. Per dirla con parole semplici, ritenevo che dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale, inevitabilmente si determinassero alcune situazioni: i consiglieri comunali dell’una e l’altra parte politica che avevano optato per l’interruzione della consiliatura, si presentassero ai cittadini in blocchi politici omogenei con la loro idea di città; chi aveva sponsorizzato e s’era battuto sino all’ultimo sangue per quel progetto politico compisse un gesto di umiltà, d’altronde solo il Papa è infallibile quando parla ex cathedra, e giocasse un ruolo più defilato; i consiglieri comunali immolatisi per il loro sindaco sino a pochi attimi prima del voto di sfiducia in assise comunale, coerentemente ne incoraggiassero un ritorno; il fallimento politico della passata amministrazione sconsigliasse fughe in solitario, minestre riscaldate e la corsa dei soliti noti alle prossime amministrative. Al momento, no ho visto nulla di tutto ciò. L’arrivismo, l’ipocrisia e gli interessi personali che hanno caratterizzato buona parte della precedente amministrazione, hanno ancora il sopravvento sul buon senso e l’amore per Marcianise. E’ il “de profundis” della politica.