Sarà certamente un mio limite, ma credo e vivo più col desiderio di una parola di conforto, una carezza e maggiormente un gesto concreto per un povero, diversamente abile, anziano o chi vive una difficoltà, piuttosto che con le rispettabili preghiere e riti liturgici.
Ieri sera, ad esempio, presso la chiesa di San Simeone, attento e rispettoso, assistevo al Calvario e dicevo tra me e me: “Se ognuno o molti di queste centinaia di fedeli avesse un pensiero per il prossimo meno fortunato, il mondo andrebbe certamente meglio”.
Ognuno, comunque, faccia sempre ciò che avverte, sente, vuole e che la Pasqua sia un’occasione in più per rafforzare o ritrovare la pace con se stessi e gli altri.
Auguri di vero cuore a tutti!