A chi di voi, non è mai capitato a casa di un amico, in un locale o mentre cammini per strada, di vedere qualche genitore su tutte le furie col figlioletto paffutello (per intenderci a qualche centinaio di metri di distanza ti accorgi che fortunatamente non ha mai sofferto la fame ) perché non vuol mangiare la seconda terza o quarta merendina o snack del giorno oppure non termina tutta la busta di patatine, la lattina di bibita gassata, un po’ di insaccati o schifezze varie. Quando accade a me, solitamente dapprima rido al pensiero che il bambinone potrebbe digiunare anche qualche giorno senza conseguenze gravi, ma subito dopo mi sopraggiunge un leggero rammarico su come alcune volte non per forza di cosa l’amore ama, anzi può far del male.
Leggevo stamani i dati dell’indagine Okkio alla salute 2012, a cui hanno partecipato oltre 46 mila alunni della terza classe primaria e 48 mila genitori, di tutte le regioni italiane. Essi ci dicono che il 22,2% dei bambini è risultato in sovrappeso e l’10,6% in condizioni di obesità, con percentuali maggiori nel Centro e Sud del paese. In alcune regioni del centro Sud come l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Campania e la Basilicata la prevalenza di sovrappeso ed obesità nei minori supera il 40%. Dai dati di Okkio alla salute 2012, inoltre, emerge la diffusione del non fare colazione la mattina (il 9% dei bambini salta la prima colazione e il 31% fa una colazione non adeguata, tipicamente perché sbilanciata in termini di carboidrati e proteine), che è uno dei fattori che possono favorire l’insorgenza del sovrappeso nei bambini (infatti i bambini che saltano la colazione hanno un rischio di eccesso ponderale quasi doppio rispetto a chi fa una colazione adeguata). Inoltre, il 22% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura e che il 44% consuma abitualmente bevande zuccherate e/o gassate. Per quanto riguarda l’attività fisica, il 17% non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’indagine, il 18% pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 44% ha la TV in camera, il 36% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi più di 2 ore al giorno e solo un bambino su quattro si reca a scuola a piedi o in bicicletta.
Cattiva alimentazione e sedentarietà , dunque, sono le principali cause dell’obesità infantile che non ha solo dimensioni sanitarie, anche se un bambino obeso sarà con molte probabilità un adulto obeso e sia nell’età infantile che in quella adulta a rischio di numerose malattie tra cui diabete e patologie cardiovascolari. Tale problema ha, infatti, anche delle negative e rilevanti conseguenze sul piano culturale, sociale ed economico perché un bambino obeso sarà probabilmente emarginato dai propri compagni ed in età adulta avrà più difficoltà a trovare lavoro . Chi può fare qualcosa per provi rimedio? La famiglia, i pediatri, la scuola, i mass media, gli studiosi delle disuguaglianze di salute, i decisori pubblici, ma anche le società e le imprese produttrici di alimenti o di prodotti e farmaci per la cura. Personalmente, oltre a progetti di educazione alimentare in sinergia e collaborazione tra scuola e azienda sanitaria, ritengo doveroso un maggior interesse ed impegno degli assessorati alla sanità o alla salute in ogni realtà locale.