Sembrerebbe di si. Il condizionale è d’obbligo perché per alcuni la storia che mi appresto a raccontarvi ha un fondo di verità, per altri invece è solo una leggenda metropolitana. Io mi limiterò a riportarvi una serie di singolari testimonianze e accadimenti, poi sarete voi a farvi un’idea. Secondo
Divertissement
Divagazioni e voli mentali.
“ O pèr e ‘o muss ” una bontà senza fine!!!
E’ più forte di me, non ci posso far nulla: almeno una volta al mese devo far visita al camioncino ambulante per assaporare l’inconfondibile, fresco, gustoso sapore de “O per e o muss”. Dite quel che volete, ma quello fatto in casa non ha la stessa squisitezza. “O pèr e ‘o muss” è
Chi di voi il martedì o giovedì grasso sa resistere ad un piattone di lasagne, ricco di ogni “ben di Dio”?
Io decisamente no. E’ uno dei pochi primi che riescono una meraviglia a mammà e il bis, se non il tris è d’obbligo. E’ senz’altro vero che ormai la lasagna è un piatto che può essere servito tutto l’anno o anche al pranzo domenicale, ma nel giorno di Carnevale (chiamatela fissa mentale) ha un sapore particolare. Per me è Carnevale solo quando mi abboffo di migliaccio e lasagne. La lasagna
Che Carnevale è senza migliaccio, chiacchiere e castagnole?
Avete mai sentito parlare del migliaccio, preparato in occasione del Carnevale insieme alle chiacchiere e alle castagnole? Un dolce della nostra tradizione culinaria, semplice ma dal gusto unico e intramontabile. Chiamato così perché inizialmente veniva fatto con la farina di miglio, a testimonianza delle sue umili origini, oggi è in larga parte preparato col semolino. Esistono tantissime versioni, che si tramandano di famiglia in famiglia, però personalmente non so opporre la minima resistenza a quella realizzata col semolino e aggiunta di ricotta.
Ingredienti
Curiosità: Io non so dire no al babà e voi?
Venerdì pomeriggio a fine lavoro avevo la bocca particolarmente secca e avrei pagato qualsiasi cifra per qualcosa di dolce e fresco. Non essendoci bar nei dintorni, ho cercato di rassegnarmi o meglio consolarmi all’idea, che a sera avrei appagato questo bisogno corporale irrinunciabile più che un peccato di gola. Col passare del tempo, però, la voglia aumentava e non riuscivo più a distinguere tra felice immaginazione e allucinazione: ad un tratto un collega ha bussato la porta e su una guantiera bianca mi ha servito un mega babà semi congelato e inondato di rum. L’ho divorato e subito dopo mi son chiesto: ”Ma chi mai avuto la brillante idea di regalare all’umanità tale bontà divina”? Il vagheggiamento è durato per il tempo necessario al suono della campanella a lavoro, così che tornato a casa, ho dapprima soddisfatto non più solo a livello fantastico il mio desiderio e poi