I rappresentanti devono dar conto ai rappresentati

Più che buona norma dovrebbe essere doveroso, a mio modesto parere, per i rappresentanti informare i cittadini sulla loro azione, soprattutto quando assumono decisioni particolarmente rilevanti per la vita quotidiana dei cittadini o cambiano casacca. Ed invece, nel nostro Paese tanto splendido quanto ricco di contraddizioni e paradossi , non accade quasi mai. Non l’avverte come un obbligo verso la gente, il premier Matteo Renzi, che continua a spararla grossa sul drammatico problema dell’immigrazione che rischia di far collassare l’Italia, ma poi puntualmente fa dietrofront senza spigarne le ragioni. Aveva accennato ad iniziative forti, se nel consiglio Europeo del 25 giugno non fosse passato l’accordo delle quote ed altri interventi tangibili a favore dell’Italia, ed invece difronte alla netta chiusura dei partner europei ha alzato i tacchi e si è limitato a dire : ”Se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela”. Evidentemente c’è dell’altro che non c’è dato sapere. Confidiamo comunque, in un riscatto d’orgoglio patriottico dell’ultim’ora.
Parimenti la sinistra interna del Pd dovrebbe illustrare agli insegnanti,

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Avanzano i caporali, arretrano le idee

A 5 anni trascorrevo intere giornate in compagnia di mio nonno che faceva il bidello in una sezione di partito ove ho avuto la fortuna di conoscere giovani personaggi poi divenuti leader del partito e figure di primo piano delle istituzioni, l’entusiasmo e la gioia negli occhi e nelle mani di ognuno per l’organizzazione della festa di partito, l’euforia e i caroselli per la vittoria alle comunali, la delusione e il pianto per la disfatta elettorale imprevista e tanti modi di dire, aneddoti, frasi. Ricordo che tra i detti che più mi incuriosiva perché non riuscivo a comprenderne il senso c’era:” In politica ciò che vale oggi, non vale domani”. Per anni e anni mi son chiesto cosa volesse dire e solo intorno agli anni della maturità son riuscito più o meno ad afferrarne il significato: se un politico assume un impegno o dà la parola oggi, non necessariamente varrà il giorno dopo. Ed in effetti, crescendo ho constato che quelle parole avevano un loro fondamento. Come diceva, Eduardo De filippo, però, “nella vita gli esami non finiscono mai” e alla mia

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E’ il momento della scelta

Non bisogna avere una particolare conoscenza della politica, ma solo un po’ di memoria per constatare che nell’ultimo ventennio assai spesso il colore del governo è stato dissimile dalla maggior parte delle regioni e amministrazioni locali. E quasi sempre ad incidere su questa controtendenza più che i fatti e le vicende locali è stata, con mia enorme e positiva sorpresa, una precisa volontà degli elettori di non mettere nelle mani di uno solo partito o coalizione il potere centrale e periferico. Qualcuno che aveva intelligenza e scaltrezza da vendere, ma non fu abbastanza abile da comprendere questa sorta di argine democratico e contrappeso al potere della maggioranza, fu Massimo D’Alema e

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La politica dopo il voto alle regionali

Dall’esito delle urne i partiti hanno tratto la dovuta lezione?

Alcuni si , altri in parte , altri barrano gli occhi e vanno avanti per la strada delle loro convinzioni.

Chi più di tutti, ha capito che o cambia marcia o sarà Kaput , è il Fonzi fiorentino.

Accantonata la formidabile idea del Partito della Nazione, già è al  lavoro per rimediare agli errori contenuti nel DDl sulla scuola ed ha finalmente fatto un bagno di umiltà , ammettendo che l’Italia non è definitivamente uscita dalla crisi.

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Considerazioni sull’esito delle regionali

A seguito dei risultati  elettorali, consentitemi di fare un po’ di valutazioni. Il 5 a 2 per Renzi e il calo dei consensi per Il Pd, non rappresentano la fine del governo, del renzismo, e di quant’altro,  annunciato ieri a pochi minuti dalle prime proiezioni da un gongolante leader di Forza Italia, cui non affiderei nemmeno l’amministrazione del mio condominio …

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