Storie di vita: la donna del barattolo di vetro con la passione per il Napoli

barattoloLa vita quando meno te l’aspetti ti lascia a bocca aperta e fa assaporare emozioni inimmaginabili. Vi racconto questa storia, con la viva speranza di farvi cogliere e apprezzare un solo granello della sua intensità. Ieri giornata decisamente negativa, ho fatto visita ad un mio familiare, ricoverato in una struttura residenziale per anziani e soggetti con difficoltà psichiche. Ogni volta che vado incontro una persona nuova, ascolto la sua storia di vita, stabilisco un rapporto di piacevole e penetrante confidenzialità. E’ un’esperienza tosta, ma che mette a nudo, fa riscoprire e valorizzare ciò che veramente conta su questa terra. Appena arrivato all’ingresso della struttura

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Dio o l’uomo ha stabilito il celibato dei preti? E c’è un legame tra celibato obbligatorio e pedofilia?

preteE’ un tema che da diversi anni stuzzica la mia curiosità perché abbraccia diverse discipline o ambiti (religione, storia, letteratura), investe la persona nella sua dimensione più intima ed ha importantissimi risvolti in ambito sociale. Innanzitutto occorre chiarire che cosa intende la religione cattolica per celibato. All’anagrafe e nel linguaggio comune per celibe si intende chi non è sposato, mentre nel significato cattolico il concetto di “celibato” è strettamente legato a quello di “castità”. Per dirla con parole semplici il celibe, in senso comune, non ha contratto matrimonio però può avere rapporti sessuali con chi vuole, frequentare e innamorarsi, invece il prete deve vivere nella castità totale, cioè non solo astenersi da qualsiasi rapporto sessuale, ma anche avere un cuore puro, un cuore libero anche affettivamente, perché è consacrato al Signore. Per violare il celibato, dunque, basta semplicemente che un prete scambi delle carezze o baci con un potenziale partner. A questo punto sorge spontaneo chiedersi:” Chi ha istituito il celibato per i preti e per quale motivo”?

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Ricevo e pubblico “Il mito della legge tra crisi e catastrofi: il cortocircuito democratico della rappresentanza” di Raffaele Delle Curti

rafIn questo particolare momento storico del nostro Paese, segnato da continue grida di pericoli per la democrazia e da un profondo mutamento del nostro assetto costituzionale, reputo che l’intervento qui di seguito di Raffaele Delle Curti, offra interessanti spunti di riflessione.

 

 

“La parola democrazia porta con sé, nel suo bagaglio di storia, la sventura di avere una fattezza tanto bella; e si sa la ragazza più bella del paese è sulla bocca di tutti.

Tutti la rincorrono, tutti l’apprezzano, tutti la vogliono .

Tutti ne bramano il possesso per esibirla nel dì di festa manco fosse un vessillo o un gagliardetto, simbolo di conquiste, ma ahimè, anzi “ahinoi”, pochi la amano.

Ogni qualvolta abbiamo bisogno di un lustrino, di una coccarda per imbandire i nostri discorsi, le nostre ricostruzioni ardite ricorriamo ad essa, come un cucciolo impaurito rincorre la “sottana” della madre.

Il problema principe è che attraverso questo costume, uso-abuso, si rischia di mandare messaggi poco appropriati.

Si rischia, seriamente, di confondere il concetto di democrazia con

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Davvero il Crocifisso ha parlato al suo scultore? Chi ne sa qualcosa?

585712318Del Crocifisso di Marcianise finora sapevo di 2 miracoli (siccità e colera),  e che quando fu mostrato a  Papa Giovanni Paolo a Capua nel 1992, in occasione della sua visita alle  diocesi di Capua e Caserta, ne rimase letteralmente estasiato. Ignoravo del tutto, invece, che avesse proferito alcune parole al suo scultore al momento dell’ultima scalpellata. Non so se è un altro evento prodigioso, una  leggenda, semplice superstizione o altro, ma è una storia che ha radici antichissime e di cui sono a conoscenza molti anziani residenti nei diversi quartieri della città. L’ultima a raccontarmelo, alimentando ulteriormente la mia curiosità, è stata ieri una vecchietta settantenne alla fiera settimanale. “Mia zia , la sorella di mia mamma, nata nel 1898- spiegava l’anziana signora- raccontava spesso che non appena fu terminato, il Crocifisso domandò al suo scultore

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