Io decisamente no. E’ uno dei pochi primi che riescono una meraviglia a mammà e il bis, se non il tris è d’obbligo. E’ senz’altro vero che ormai la lasagna è un piatto che può essere servito tutto l’anno o anche al pranzo domenicale, ma nel giorno di Carnevale (chiamatela fissa mentale) ha un sapore particolare. Per me è Carnevale solo quando mi abboffo di migliaccio e lasagne. La lasagna è un piatto della tradizione emiliana che è stato modificato nella tradizione partenopea in occasione del carnevale. Nella ricetta emiliana è previsto l’uso della besciamella e della carne macinata, a Napoli invece, questi ingredienti sono sostituiti dalla ricotta, dal ragù, dalle polpettine, dalla mozzarella. La lasagna indipendentemente dalla versione emiliana o napoletana, però, è un piatto oltre che gustosissimo particolarmente interessante sotto il profilo storico. Secondo alcuni, infatti, sembra avere origini etrusche, ma con una preparazione ben lontana da quella attuale, perché pare che si usassero sfoglie di farro per realizzarla. Successivamente i romani divennero consumatori delle cosiddette “lagane”, che nel “De re coquinaria”, l’opera di di Marco Gavio Apicio, cuoco dell’imperatore Traiano, sta ad indicare “contenitore”, dal momento che la pasta sfoglia veniva utilizzata per racchiudere i timballi. Stando al parere di altri studiosi, invece, pare che le prime preparazioni della lasagna risalissero agli arabo-persiani giacché il Lawsinag tutt’oggi è un dolce di pasta di mandorle cotto in teglie molto grandi e tagliato a losanghe. Col passare dei secoli la lasagna ha subito molte variazioni, diventando più piccola di dimensioni e assumendo la classica forma “a cartolina” preparata con semola di grano duro. Nel 1300 in Inghilterra veniva chiamata loscyns o losyngys, mentre nel 1600 in Francia pese il nome di losans, che indicava “quella pasta che si taglia a losanghe per farla seccare”. Persino due famosi scrittori e poeti hanno dedicato qualche verso a questa specialità:
“Chi guarda a maggioranza spesse volte si inganna.Granel di pepe vince per virtù la lasagna” Jacopone da Todi
“chi de l’altrui farina fa lasagne, il su’ castello non ha ne muro ne fosso” Cecco Angiolieri.
Tornando all’Italia, successivamente la lasagna divenne un piatto dell’Emilia Romagna, anche se a Napoli si continua a produrre una particolare lasagna, con una sfoglia lunga e arricciata su entrambi i lati che preserva meglio la farcitura con la quale viene riempita.
Ingredienti
1 kg di sfoglie di lasagna
500 gr di carne di vitello e/o di maiale macinata
500 gr di tracchiole e cervellatine
500 gr di ricotta 300gr di caciocavallo pecorino grattugiato
pane raffermo
4 uova
1 kg di pomodoro in conserva
2 cipolle
sedano
carote
sale
olio d’oliva extravergine
1 cucchiaio di sugna
a piacere
5 uova
una ventina di fette di salame napoletano
Preparazione
Si parte dal ragù, facendo soffriggere in olio e sugna delle cipolle tritate insieme a 1/2 carota ed un gambo di sedano. Unire le tracchiole e le cervellatine e fare soffriggere anche queste, quindi unire il pomodoro e portare a cottura lenta. Poi si passa alla preparazione delle polpettine, mescolando in una ciotola la carne macinata, le uova, il pane raffermo precedentemente ammorbidito e strizzato, il pecorino ed il sale. Creare delle palline e farle friggere in olio extravergine d’oliva. Passare alle lasagne: lessarle, lasciandole al dente, e tenerle da parte. Comporre il piatto disponendo sul fondo di una teglia uno strato di sfoglia, poi il ragù, la ricotta, una spolverata di pecorino, le polpettine, il salame, il caciocavallo a fette, e continuare con le uova, ma a partire dal secondo strato, insieme al ragù ed alla ricotta.
Trasferire in forno già caldo e fare cuocere per circa 30 minuti a 180 C° quindi sfornare, fare riposare per almeno un paio di ore e servire.