E’ questione di rispetto, ma anche d’intelligenza non abusare mai della pazienza altrui perché fin quando hai il vento in poppa procederai spedito, quando invece le vele saranno piatte la barca si fermerà ballonzolando un po’ di qua e un po’ di là. Non è facile tenerne conto soprattutto quando ritieni che il vento spirerà sempre a tuo favore, ma la convinzione e la volontà umana nulla possono dinanzi alla imprevedibilità degli eventi naturali. Conviene, dunque, nel corso di una traghettata sfruttare al massimo la potenza del vento, avendo però in debita considerazione che, per un capriccio del dio Eolo, potresti impiegare più tempo del previsto per raggiungere la destinazione. Chi sembra fregarsene di tutto e tutti, perché certa che l’imbarcazione tedesca non conoscerà mai una battuta d’arresto, è la cancelliera tedesca, Angela Merkel , che ieri nel corso di uno dei tanti ed estenuanti incontri per il salvataggio della Grecia, ha costretto Tsipras a porre sul tavolo della trattativa anche la sua giacca. Siamo chiari per carità : non è in discussione la legittima richiesta alla Grecia di darsi una regolatina coi conti pubblici in cambio di aiuti, ma la “sollecitazione” a compiere macelleria sociale in tempi strettissimi. Coi suoi diktat la signora Merkel, cui va la nostra particolare simpatia e gratitudine per l’attaccamento ad Ischia, pecca due volte: di onnipotenza e di memoria. Nel corso degli ultimi decenni anche la Germania, oggi indiscussa regina dell’economia europea e terzo paese al mondo per export e import, ha avuto le sue debolezze e difficoltà, ma mai nessuno l’ha costretta a passare per le forche caudine. Un esempio valga per tutti: i ripetuti sforamenti del tetto del 3% nel rapporto debito/Pil. L’ultima volta è stata nel 2005, l’anno del cambio della guardia tra Schröder e la Merkel quando giunse al 3,3%, su un pil di 2.245,5 miliardi di euro. Non fu neanche un record, l’anno precedente era giunto al 3,8, e il massimo fu toccato nel 2003 con il 4%, nel 2002 erano al 3,7, e nel 2001 appena sotto il limite di guardia. Il massimo fu superato anche nel 1996 e nel 1995. E’ vero che questi sforamenti sono stati in gran parte causati dalla ricostruzione della Germania dell’est e risolti per così dire col gioco delle tre carte presentando ai partner europei conti non sempre corretti, ma anche Tsipras chiede aiuti a condizioni meno stringenti per evitare la fame al suo popolo e ricostruire la sua nazione, non per organizzare baccanali. Appurato che la donna dagli impeccabili tailleur ha la memoria corta, spetta a Italia, Francia, Spagna ed altri paesi creare un fronte anti-austerity perché prima o poi toccherà a tutti porre il collo sotto la scure. La Merkel è in buon compagnia di tanti, particolarmente in Italia che, incuranti delle violente e incessanti tempeste della corruzione e della crisi economica , calano nuovamente l’imbarcazione in mare e son certi che approderanno ad altre terre straniere. Son persone accecate dal potere o semplicemente convinte di aver fatto bene e meglio del presente e perciò ritornano con spirito di servizio per i loro concittadini? La lista è lunga e comprende individui di un glorioso passato che bruciano dal desiderio di tornare in campo, di tessere trame, rapporti, per riprendere le redini del governo. Si va da chi gufa al fine di un affossamento giudiziario di De Luca a quanti, già a livello di diverse amministrazioni locali, mettono a ferro a fuoco il loro partito o confluiscono dal giorno alla mattina in alcuni partiti o addirittura creano ex novo simboli elettorali e liste di candidati per conquistare lo scranno più alto del governo cittadino. Potremmo chiamarla simpaticamente la carica degli ex sindaci ed investe parimenti diverse realtà tra cui Capodrise, ove il sindaco mandato a casa da 7 consiglieri comunali , Angelo Crescente, cercherà di avere la meglio su due suoi ex colleghi, e Marcianise in cui qualcuno a destra e qualcun altro a sinistra tirano i piedi ( ovviamente politicamente parlando) al primo cittadino , Antonio De Angelis, per prenderne il posto. Avranno la meglio o i giovani (intendiamo quelli di pensiero e non di età anagrafica perché non facciamo della rottamazione renziana una regola assoluta) oseranno e la spunteranno? Ai posteri l’ardua sentenza. Certo che se i Cinquestelle abbandoneranno la politica del megafono per organizzarsi, stendere un programma e prendere parte alle consultazioni amministrative, ne vedremo delle belle negli altri partiti, in particolar modo riguardo alla scelta del candidato sindaco.
2 commenti su “Chi troppo tira la corda, prima o poi la spezza”
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Bel post. Per quanto mi riguarda sono deluso da Tsipras, non doveva accettare questo nuovo massacro da parte dell’ UE filogermanica. Deluso dal presidente della BCE, non è accettabile (anche se da statuto) che la Banca Centrale Europea stampi vagonate di euro per prestarli alle banche al tasso dello 0,25%-0,50%, con i quali speculano sul debito Greco comprando i titoli di stato ellenici al 18%-20%, la BCE (ripeto noo previsto dallo statuto) deve assorbire quel debito ai tassi usati per i presiti alle banche. Delusi da tutti i paesi del sud Europa, è inaccetabile che paesi che hanno o avranno gli stessi problemi della Grecia siedano dalla parte della Germania. Per quanto riguarda i Pentastellati, pur come sai che sono simpatizzante, non riusciranno mai ad organizzarsi in maniera diversa da quello che fanno adesso.
Che qualcosa non vada nella politica dell’austerity è sotto gli occhi di tutti e bisogna porvi rimedio. Occorre nel frattempo, però, uscire dal pantano con una soluzione dignitosa per la Grecia. Riguardo ai Cinquestelle concordo, penso che difficilmente cambieranno linea.