Poche ore fa , il senato ha dato il via libera alla fiducia bis sul decreto contenente l’ election day e, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, si voterà il 20 e 21 settembre nei seggi allestiti presso palestre e uffici pubblici, sempre se passerà la proposta del segretario del Pd Nicola Zingaretti. La notizia non trova affatto impreparata la classe politica locale, che già da tempo monta, perfeziona, smonta liste, alleanze, gruppi e sforna leader a gogo sia per le regionali che comunali. La situazione sulle candidature regionali sembra già definita con Maria Luigia Iodice per Campania Popolare, Filippo Fecondo per Italia Viva, Massimo Golino e Pino Riccio per Centro Democratico, Pasquale Guerriero per M5S e Giampiero Zinzi per Lega, confermando la guerra masochista alle competizioni regionali e politiche che, nel corso dei decenni, ha consentito solo a pochi di raggiungere lo scranno per il rotto della cuffia o per una serie di coincidenze positive. Alquanto ingarbugliata, invece, è la matassa delle comunali. Attualmente ci sono 3 candidati nel centrosinistra Abbate, Frattolillo e Tartaglione, 4 candidati per la sola Forza Italia,
Antonio Tartaglione, Mimmo Moriello, Pasquale Tartaglione e Francesco Mennella, ma potrebbero spuntarne altri 3 nel centro destra, ed infine un altro, anche se i bookmakers inglesi scommettono 2, leader di raggruppamenti centristi o pseudo tali che prendono parte alla competizione col solo fine di vendersi a peso d’oro al momento del ballottaggio. Di partecipanti a bizzeffe, di idee e progetti politici per Marcianise poco o nulla. Proseguendo per questa strada l’epilogo di questa tornata amministrativa è già scritto e a pagarne le spese sarà per la quinta volta la città. Se si ha davvero a cuore il destino di Marcianise, si sfruttino i 2 mesi mancanti alla presentazione delle liste per creare alleanze omogenee, solide e coese, imperniate su un progetto forte, concreto e di svolta per Marcianse, con un leader capace e , che se ha un certo appeal elettorale, non guasta . L’obiettivo è a portata di mano, ma occorre liberarsi una volta per tutte della sindrome del padrone, fare esami di realtà coi propri limiti e non dare per scontate le performance elettorali alle scorse amministrative.