Il confronto tra Giusy Foglia e Antonello Velardi sul problema del randagismo

foto-giusy-384x216velardi-unoA seguito del premio di 2. 000 euro assegnato dalla Brambilla a “Fido amico mio”  http://www.micheleraucci.it/2016/11/fido-amico-mio-l…billa-2-000-euro/ ‎ ), ritengo opportuno riprendere il confronto di 4 mesi fa  tra Giusy Foglia e il sindaco Antonello Velardi sul problema del randagismo:  

Caro Michele,

ti chiedo cortesemente l’ospitalità per replicare a Giusy Foglia che su questo tuo blog è intervenuta l’altro giorno ricordando la grave situazione dell’assistenza ai cani randagi a Marcianise.
Intanto ringrazio Giusy per l’appello che ha lanciato, per quello che fa con  grande passione da anni e per le campagne che ha condotto finora. Come ho avuto modo di dire anche a lei durante una recente telefonata, è mia ferma intenzione intervenire in questo settore e cominciare ad affrontare il problema in modo serio. Più precisamente, in modo moderno. Marcianise ha bisogno di un canile, che sia simbolo di civiltà, e che possa coinvolgere l’attenzione e il lavoro dei volontari. Non è più possibile risolvere la questione affidandosi al primo che passa, con un dispendio enorme per le casse comunali e in un contesto su cui c’è molto da discutere. E’ chiaro che una soluzione di questo tipo richiede la capacità finanziaria giusta, richiede la capacità di costruire una nuova struttura, ovvero di recuperare quella esistente che grida vendetta davanti a Dio. Marcianise purtroppo – e il discorso non riguarda solo i cani – è una città completamente ferma da una decina d’anni, senza una visione, senza una capacità di programmazione; ha perciò perso negli anni contributi importanti, ovvero non ha saputo catturare quelli giusti che pure erano a disposizione per dei progetti seri e moderni.  E’ una città morta, ciò che è diventata Marcianise in questi anni è sotto gli occhi di tutti. Questo per dire che, di fronte ad un’emergenza e ad un’impellenza, per superare gli ostacoli e per recuperare i ritardi antichi, ci si potrebbe rivolgere anche ai privati, a chi fa questo di mestiere. Ovviamente con un progetto che sia vero e giusto, che abbia la capacità di difendere gli animali e sia rispettoso anche dei volontari che vi lavorano. Vedremo quale strada prendere, faremo una valutazione anche insieme a Giusy e a quelli che come lei da anni lavorano nel settore. Una cosa è certa: non perderemo ulteriore tempo, arriveremo ad una soluzione in tempi brevi; non ci nasconderemo dietro alle solite e vecchie tattiche dilatorie.
Un caro saluto.
Antonello Velardi

 

Pochi giorni fa, la responsabile del rifugio per gli amici a 4 zampe ha scritto al neosindaco di Marcianise, Antonello Velardi per illustrargli le difficoltà e i problemi quotidiani, cui quotidianamente vanno incontro i volontari, per salvare da morte certa i tanti cani ospiti e trovatelli:

“Dalle piccole cose ben si comprende la grandezza di un uomo. Molti potrebbero storcere il naso e molti altri dire chi se ne frega, ma ciò che ho da dire, lo dico senza timore ed anche con il rischio di essere impopolare.

Una sorpresa fatta con il cuore: mamma e figlia questa mattina hanno visitato il rifugio “Fido amico mio” di cui tanto si parla, ma che poi in fondo nessuno offre un minimo di aiuto.
“Signorina amiamo i cani- ha detto la donna con un tono sottile di voce – come si fa ad abbandonare un componente della famiglia, consegnandomi nelle mie mani una busta di crocchette, degli stichs e 20 euro raccolti dalla figlia insieme ai suoi amici.

 

“E’ poco lo so- ha continuato- ma vedremo di racimolare qualcosa di più. Ma come si fa, il comune non vi aiuta e come riuscite a gestire da soli così tanti cani?” Ecco Antonello questa è la Marcianise che vorrei, non la Marcianise delle facciate, non la Marcianise ghettizzata, non la Marcianise d’élite e chi più ne ha più ne metta.

 

Penso ad una Marcianise che ritorni ad indignarsi (senso di non accettazione verso un modus operandi), una Marcianise di cose semplici, una Marcianise che parli con il cuore, nella quale il senso di appartenenza ad una comunità sia il perno principale.

Una Marcianise nella quale il concetto di democrazia partecipata non rimanga solo una parola vuota, una Marcianise nella quale il funzionamento dei servizi rappresenti la normalità e non un evento epocale.

Si io sogno questa città, la mia città.

Non sogno progetti mastodontici, le famose cattedrali nel deserto sono rinomate.

Questo è il compito di chi ha deciso di occupare quella poltrona.

Un paese in cui le idee, le proposte, le passioni non vengono bocciate a priori, ma che rappresentano un valore aggiunto, un momento di crescita.

Sono anni (troppi) che chiediamo aiuto, anni in cui i nostri progetti vengono custoditi in cassetti di sedicenti dirigenti, anni in cui si parla (Dio quanto si è parlato), ci si confronta e poi tutto lì.

Sono anni in cui chiediamo un terreno, ma mai nessuno ha risposto alla nostra richiesta.

Orbene, mi chiedo come sia possibile che un comune come Marcianise non abbia la possibilità di offrire con regolare contratto un terreno agricolo ad una associazione animalista riconosciuta, che espleta un servizio importante per la comunità.

Ricordo i tanti cani che abbiamo preso sia al sanitario che al canile convenzionato.

Amici a 4 zampe, che oggi sono felici, amici che abbiamo sottratto a morte certa.

Sai non esiste solo la morte fisica, ma anche quella dell’anima che è una condanna a vita.

Sei mai entrato in un canile?

Ascoltami, vai a fare un giro in uno dei nostri canili convenzionati, ne uscirai distrutto interiormente!

Ecco forse hai capito perché un gruppo di volontari presenti sul territorio, si fa in 4 x sposare la causa animalista.

 

In bocca a lupo Antonello! “