Donald Trump, sconfessando clamorosamente i sondaggi della vigilia, è il 45° presidente della più grande potenza militare ed economica del pianeta. Il dato è ormai acquisto ed anche Hillary Clinton si è complimentato con il nuovo inquilino della Casa Bianca. Ragionevolmente in tutto il mondo c’è ansia e preoccupazione per un Presidente, che durante la sua campagna elettorale ha annunciato di voler erigere un muro ai confini col Messico per frenare gli arrivi di immigrati, di intraprendere una guerra commerciale alla Cina e della sua politica estera si sa pressoché nulla. Francamente le “sparate” di Trump mi scuotono poco, perché penso che siano più il frutto di un’accurata e penetrante strategia elettorale che corrispondenti al suo intimo volere. Per dirla con parole semplici, Trump sa che, a partire da oggi, deve mettere in ripostiglio la bandiera del populismo e fare il Presidente sul serio con tutti gli annessi e connessi. Lui stesso è consapevole che , per fare un esempio, l’economia americana non può far meno dell’immigrazione, ragion per cui il muro non si farà. Mi preoccupano più che altro capire, confrontarmi con voi sulle ragioni per cui Trump ha vinto e perché i sondaggi hanno sbagliato. Trump, a mio modesto parere, ha trionfato perché con un linguaggio per nulla istituzionale, tanto per usare un comodo eufemismo, ha parlato alla pancia degli elettori, si è spacciato per uno di loro con fatiche, problemi quotidiani e preoccupazioni per il futuro, ha dato sfogo e voce alla loro rabbia,mentre la Clinton ( per cui propendevo nonostante tutto ) è apparsa la donna dell’establishment, moglie di un ex Presidente che sacrifica tutto per la sua ambizione personale, più innamorata dei freddi parametri finanziari e dell’ordine mondiale che dei bisogni e aspettative della sua gente. Un elettorato così, difficilmente si pronuncia o dice del tutto la verità, al momento di una rilevazione di intenzione di voto. Spero che l’Italia e l ‘Europa ne traggano una lezione dai risultati delle presidenziali americane, altrimenti l’ascesa di certi soggetti populisti a livello nazionale ma anche locale, non costituirà una sorpresa . Come fare? Dovremmo chiederlo agli esperti politologi, io mi limito a dire che occorre porre le persone e non la finanza al centro dell’azione dei governi e non si può chiedere lacrime e sangue ai cittadini senza dargli nemmeno la speranza di un futuro più roseo. In questo Obama vi era riuscito: aveva la capacità più unica che rara di parlare ai cuori delle persone, di regalare, far vivere un sogno di un mondo più giusto di lì a poco.