Questa è la Marcianise che vorrei, non una volta all’anno ma almeno mensilmente: vitale, composta, creativa, allegra, energica, capace, entusiasta. Inseguo una chimera? Penso di no. Le capacità, risorse, forze e anche i risultati ci sono, ne hanno dato straordinaria prova i ragazzi dell’associazione “Majeutica” sabato e domenica scorsi ( 7-8 novembre) con “L’Estate di San Martino” cui ha partecipato un fiume di persone, occorre solo ( si fa per dire) una politica più attenta che punti concretamente sui giovani. I ragazzi di Maieutica e delle altre associazioni mettono a disposizione della città una parte del loro tempo e le loro competenze, dal canto suo la politica dovrebbe avere se non l’intelligenza o la lungimiranza, quanto meno l’obbligo morale di ricambiare la loro dedizione e i loro sacrifici con mezzi e strutture. Per dirla con parole semplici, sono ancora lontani i tempi per un assessorato con delega all’associazionismo e un apposito capitolo di bilancio, l’affidamento e gestione di diverse strutture pubbliche ( Ex monte dei Pegni, Velodromo) ai tanti sodalizi presenti sul territorio? Staremo a vedere, se dai plausi verbali e scritti provenienti da ogni parte politica ( eppure solo qualcuno per il suo operato era pienamente legittimato a parlare, ce ne guardiamo bene dal fare il nome per non sporcare questa grande festa coi sospetti di strumentalizzazione politica) si passerà ai fatti. Chiedo venia ai ragazzi di Majeutica per la digressione e ritorno immediatamente al loro successo:
nel weekend con inconfondibile gusto, ricerca, cuore hanno saputo coniugare tradizione e innovazione. Ottime le performance degli artisti di strada, eccezionali le tammurriate e gli altri canti popolari, favolose le installazioni floreali, di particolare interesse le mostre e dulcis in fundo il percorso enogastronomico e il ricco menù hanno letiziato il palato di grandi e piccini. I ragazzi di Majeutica hanno lavorato con cura, attenzione, entusiasmo ad ogni minimo particolare e non solo i marcianisani , perché i visitatori son arrivati da ogni parte della Campania e d’Italia, hanno ammirato, assaporato e apprezzato. I figli di Socrate hanno dimostrato di saper fare cultura, coinvolgere, aggregare e soprattutto far prendere consapevolezza ai loro concittadini della bellezza che alberga nei loro animi. Sono riusciti, in definitiva, nell’arduo compito di dare concretezza all’intento ( come si legge sul loro sito) per cui sono nati” “La mia arte di maieutico in tutto è simile a quella delle levatrici…anche io sono sterile, sterile in sapienza…né si è generata in me alcuna scoperta che sia frutto dell’anima mia…quelli che entrano in relazione con me…da me non hanno mai appreso nulla, ma essi, da sé, molte e belle cose hanno trovato e generato”
Socrate nel Teeteto di Platone. L’edizione di quest’anno è stata la Kermesse dei grandi numeri per i considerevoli spazi e forze coinvolte, spettacoli, eventi culturali, enogastronomici e per la quale, sono arrivate richieste di info da tutta Italia con agenzie di viaggio che hanno organizzato Pullman ad hoc. La XIII edizione de “L’Estate di San Martino”, infatti, ha compreso più dell’80% delle strade appartenenti alle “venelle”, un grande successo se si considera che i giovani di Majeutica erano partiti con metà di via Falcone. Sono stati , poi, 100 tra associati e volontari che hanno collaborato durante la 2 giorni, mentre è stata impressionante l’offerta artistica : più di 50 tra artisti e musici , 5 mostre fra artisti locali e del napoletano (vedi associazione culturale UPnea , di continuo confronto e rinascita, utilizza come “armi” predefinite l’arte e la musica, sproni essenziali per la città di Napoli, per tentare una nuova fioritura, un nuovo “rinascimento” culturale e sociale).
Gli artisti presenti erano tra i migliori in circolazione , vincitori di premi del settore , con spettacoli che hanno garantito una copertura di tutto il perimetro per un lasso temporale che va dalle 20 30 alle 01 00. E’ cresciuta inoltre, l’offerta dell’osteria dedicata alla riscoperta dei sapori marcianisani: alla tipica insalata stile marcianisana di “per e muss” si è aggiunta dopo una ricerca il piatto caldo delle 3p PPP: puork , papaccell e patan. Presente e ricco come sempre lo spazio dedicato all’artigianato con espositori provenienti da tutta la Campania e oltre . Alla manifestazione, con enorme soddisfazione dei giovani di Majeutica, ha partecipato l’associazione no profit “Progetto abbracci onlus” che si occupa in maniera diretta e precisa di volontariato con iniziative in Africa , Brasile e sul napoletano. Dulcis in fundo per chi è appassionato di storia o leggende, le origini dell’Estate di San Martino: è il nome con cui viene indicato un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell’emisfero australe il fenomeno si osserva in tardo aprile – inizio maggio, mentre nell’emisfero boreale a inizio novembre (San Martino viene festeggiato l’11 novembre). Il nome ha origine dalla tradizione del mantello, secondo la quale Martino da Tours (poi divenuto San Martino), nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà del mantello: subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite.[1]
Il nome di Estate di San Martino è condiviso con le culture iberofone e francofone, nei paesi anglosassoni viene chiamata Indian Summer (“estate indiana”), mentre in alcunelingue slave, tra cui il russo, è chiamata Bab’e Leto. Durante l’estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto “fare San Martino”, cioè traslocare.
Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne. Questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata appunto San Martino:
« La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar. »
(San Martino; Giosuè Carducci)
Estate di San Martino (Nachsommer) del 1857 è anche uno dei racconti più celebri dello scrittore del realismo austriaco Adalbert Stifter.
Sebbene l’Estate di San Martino rimanga una leggenda popolare, essa trova tuttavia un reale riscontro fisico.