In un’intervista esclusiva al nostro blog, Crescente parla a 360 gradi da chi e cosa ha determinato la fine anticipata della sua amministrazione, passando per i suoi rapporti con Salvatore Liquori, sino ad arrivare al suo impegno politico per il futuro.
- Come se la passa dopo la sua defenestrazione da parte di 7 consiglieri comunali di cui 4 ( Sossio Colella, Antonio De Filippo, Angelo Maietta e il vicesindaco Silvano Ferraro) della sua stessa maggioranza? Rancori, rimorsi, rimpianti?
Direi che me la passo piuttosto bene! Sono tornato serenamente ai miei “campi”, senza drammatizzare, e con la piena consapevolezza di aver compiuto solo il mio dovere.
Rancori? Nessuno. Sono sentimenti che non albergano nel mio cuore, ed estranei alla mia formazione culturale e spirituale.
Rimorsi? Uno solo: quello di non aver dedicato abbastanza tempo alla comunicazione per informare la cittadinanza dell’operato dell’Amministrazione. Completamente assorbito dall’azione di governo, ho trascurato, purtroppo, uno strumento essenziale, oggi più che mai, per chi è impegnato in politica.
Rimpianti? Il non aver potuto, mio malgrado, portare a compimento tutto ciò che mi ero prefissato di realizzare per il bene del mio paese.
- Cosa risponde a chi l’accusa di aver fatto sprofondare Capodrise nel baratro dell’immobilismo?
Di essere disinformato e/o in malafede.
Il risanamento economico-finanziario di un Ente sull’orlo del fallimento (ripianamento di tutti i debiti precedentemente contratti, rinegoziazione e devoluzione dei mutui, tagli alla spesa e recupero crediti); la risoluzione di problematiche annose (es. debito verso ENI Acqua); la fuoriuscita dal Consorzio Unico di Bacino e dal Consorzio Idrico Terra di Lavoro (due carrozzoni politici che nessuno dei miei predecessori aveva osato abbandonare per ovvi interessi personali, nonostante la gestione fallimentare); le opere realizzate ( ristrutturazione della palestra della Scuola Elementare, collegamento stradale tra via S. Croce e via De Curtis, sblocco dei lavori della Casa Comunale, avvio del sistema di video-sorveglianza, azione propulsiva per la realizzazione della rotatoria di Pizzo della Bufala e della strada di collegamento di via Retella con la bretella PIT di Recale); le politiche sociali e culturali ( istituzione del punto di lettura “Nati per leggere”, contributo incisivo per la costituzione del nuovo Ambito socio-sanitario, approvazione del progetto di tirocinio formativo “Garanzia giovani”, autorizzazione regionale per l’istituzione di un Museo civico, percorsi culturali ed organizzazione di grandi eventi); i progetti in itinere bruscamente interrotti (parcheggio di via Ariosto, isola ecologica, riqualificazione area sportiva e pubblica illuminazione, istituzione farmacia comunale, redazione del Piano Urbanistico Comunale, approvazione del progetto per l’insediamento di un megastore della grande distribuzione in località Pizzo della Bufala, approvazione del progetto per la riqualificazione e l’ammodernamento della rete fognaria); credo che tutto ciò NON rappresenti un segno di immobilismo.
Il celebre motto di Galileo: “eppur si muove” è la prova più convincente che nemmeno l’evidenza dei fatti può abbattere il muro dell’ignoranza e della malafede.
- Lei è caduto sulla questione del campo sportivo oppure vi sono state altre ragioni o manovre più o meno manifeste?
La questione del campo sportivo, come già dichiarato in altre circostanze, è stata solo un “alibi morale” per liberarsi di un sindaco troppo “scomodo” che doveva lasciare il campo ad altri dopo aver fatto il lavoro “sporco”, e per interrompere un nuovo corso della politica a Capodrise. Purtroppo, sono ben altre le ragioni vere, e tutte riconducibili a interessi esclusivamente personali, che non hanno niente a che vedere con il bene del paese, sia pure con diverse sfumature e motivazioni. Se avessi voluto, sarebbe stato sufficiente una semplice telefonata per scongiurare il crollo dell’Amministrazione, ma ne avrei perso in dignità e sarei stato ostaggio altrui.
- Che tipo di rapporto ha intrattenuto con l’imprenditore Salvatore Liquori durante il suo mandato?
Un trasparente rapporto di natura politica e di leale collaborazione, nel rispetto reciproco della distinzione dei ruoli. Nella nostra cerchia non vi sono burattinai, né servi sciocchi e nemmeno bambinelli, incapaci di pensare e agire con la propria testa, da “mettere” nel presepe. Se qualcuno ha qualcosa da ridire a riguardo lo dica con i fatti, altrimenti taccia!
- Ha intenzione di ricandidarsi?
Non spetta a me ripropormi. In una democrazia compiuta il candidato dovrebbe essere scelto dal basso, non calato dall’alto. Per quanto mi riguarda, contrariamente al credo comune, ho scelto la Politica come servizio e testimonianza, non come potere o mestiere.
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- Nel caso in cui Lei opti per una ricandidatura, ritiene plausibile come si sostiene da più parti, che Liquori possa scaricarla per appoggiare il suo vecchio amico Giuseppe Fattopace?
Il teatrino della politica ci ha, purtroppo, abituati a tutto, e nulla più può sorprendermi, ma, per quel poco che riesco a comprendere, credo che in politica la lealtà conti più dell’amicizia, soprattutto quando a tradirti sono gli amici che si professano tali.