Al sud abbiamo solarità, umanità, energie, potenzialità e bellezza da vendere, ma l’inciviltà ha raggiunto livelli preoccupanti. Non si conoscono le norme elementari della pacifica convivenza e di rispetto per la cosa pubblica ( piazze, strade, strutture pubbliche). Ritengo urgente porre in atto una vera e propria rivoluzione culturale e di mentalità che non coinvolga solo i bambini, giacché i primi frutti si vedrebbero tra circa 20 anni, ma anche gli adulti. Una prima tappa potrebbe essere ad esempio, una serie di incontri di educazione civica e stradale organizzati dalle scuole e dai Comuni, cui prenda parte l’intera famiglia.
4 commenti su “Lotta all’inciviltà”
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Ogni parte del mondo ha pro e contro. Dovunque ci sono paesaggi belli e curati, ma dovunque ci sono perspne poco riguardose della propria terra e di chi la difende. Tutte le generazioni, in tutte le epoche, devono imparare a rispettare loro stessi e l’ambiente che li ha messi al mondo. Perciò apprezzo le lezioni di educazione civica e stradale da parte delle istituzioni, ma solo a condizione di ammettere l’ubiquità di vizi e virtù di ogni sistema socioeconomico.
Dici delle cose vere ma da noi, a mio modesto parere, si è esagerato un pochino ed è ora di correre ai ripari.
Siamo ancora convinti che occorra demandare tutto e solo all’educazione scolastica per far sì che le persone imparino a rispettare lo spazio pubblico? Beh, 40 anni fa poteva essere così, ma oggi io credo di no, non ci sono più giustificazioni, specie dalle nostre parti, dove sappiamo bene cosa significa convivere con la ‘monnezza’, per cui dovremmo, per vergognosa esperienza direttamente vissuta, trattare le nostre strade come sale da cerimonia. Io credo che chi non rispetta lo spazio pubblico, lo faccia perché è più semplice non farlo: è fastidioso tenersi il fazzoletto e la busta di patatine in auto, per poi dover svuotare i rifiuti una volta arrivati a casa, è più semplice buttarli dal finestrino; è più semplice non differenziare e buttare il sacchetto alla prima piazzola di sosta; è più semplice scaricare il materasso in campagna che chiamare ed aspettare che arrivi il servizio di ritiro rifiuti ingombranti e così via. E sono convinta che tutte queste persone sono ben consapoevoli di non poterlo fare, non lo fanno certo perché ne ignorano l’alternativa. Dunque, sono ancora convinta che un popolo si educhi anche con il far sentire le conseguenze dei propri gesti, quando questi ledono la bellezza di un territorio: ti scocci di chiamare il servizio ritiro rifiuti ingombranti e ti multo, lo stesso se butti la carta dal finestrino o se scarichi i sacchetti lungo la strada o se imbratti un palazzo. Vogliamo evitare la multa? Allora li condanniamo a pulire il loro quartiere per una settimana. A scuola, se i miei ragazzi, dopo varie spiegazioni, discussioni e dibattiti, imbrattano l’aula, i banchi o le sedie, dò loro il materiale necessario e durante l’intervallo (non durante la lezione, sarebbero ben felici di evitare la lezione per pulire) puliscono, puliamo, lo faccio anch’io con loro. Fra
Cara Francesca bello e circostanziato il tuo intervento. Non mi dilungo molto nella risposta, sarò un inguaribile ottimista ma credo che qualcosa si possa fare non solo con la scuola ma anche con l’intervento del comune e delle forze di polizia municipale e altre. Incontri di informazione e prevenzione con le famiglie,che a mia memoria non sono mai stati fatti, accompagnati da una giusta opera di repressione con multe, sanzioni. E’ arrivata l’ora di buttare nel cestino un certo giustificazionismo a tutti i costi.Ho un’ idea, proposta ben precisa al riguardo. Baci.