A pochi mesi dalle comunali, prende il via il classico rituale che puntualmente si protrae sino al giorno della massima espressione di libertà e democrazia della comunità : strette di mano, abbracci, vasa vasa, ingaggi, accordi sopra e sotto il tavolo, salti della quaglia, libri dei sogni e iniziano a trapelare sugli organi di stampa i primi nomi dei candidati a sindaco. Premesso, che non mi gusta, non fa bene alla città ed è anche poco rispettoso per usare un comodo eufemismo, schiaffare sui giornali anche i nomi di chi non c’azzecca un bel niente con la competizione elettorale solo per mettere bacchette o guadagnarsi qualche lettore in più , ho deciso di non alimentare questo giochetto. A me interessa unicamente dare un modesto contributo per la scelta del candidato a sindaco di una città bella, difficile, ricca di risorse e potenzialità. Ad occhio, al momento, sono 6 /7 i soliti noti ed un paio di primo pelo provenienti dalla società civile sia di centrodestra che di centrosinistra, che non fanno mistero di ambire a indossare la fascia tricolore. A questi, poi, si aggiungono i furbetti delle retrovie, pronti ad un impegno in prima linea qualora i loro comandanti non riuscissero a conquistare posizioni all’interno del proprio raggruppamento politico o a trovare alleati. Tutte persone, almeno stando ai nomi che circolano o si tengono ben celati, capaci , di grande spessore umano, politico, ed, in alcuni casi, anche professionale. Eppure, è impensabile di candidare tutte queste valenti persone e sorge il dilemma di trovare un obiettivo e valido metodo di selezione. Accantonati i test per valutare le conoscenze, le attitudini e le capacità politico- amministrative, perché come ci insegna la storia dell’umile e coraggioso contadino Cincinnato non necessariamente la cultura è garanzia di buon governo ,ritengo che potremmo affidarci alla tombola napoletana.