E’ stato presentato stasera ( venerdì 16 ottobre) alla Biblioteca comunale di Marcianise il nuovo libro di Alberto Marino “Il Vangelo secondo Giovanni”, Edizioni Melagrana. All’incontro organizzato dalla Pro loco di Marcianise in collaborazione con le Edizioni Melagrana hanno preso parte Enzo Restivo, Pietro Squeglia, Padre Michele Santoro, Mary Castellano, Alberto Marino e in veste di moderatore Mimmo Rosato. “Ogni libro-ha esordito –Enzo Restivo, scrittore noir- è sempre un viaggio e il professore Marino col suo romanzo ci catapulta in una trincea della prima guerra mondiale, che ha molto di noir: l’ansia della battaglia, l’aspettativa di salvarsi, il sangue, le proibitive condizioni ambientali”. E’ toccato, invece, al prof. Piero Squeglia, amico-nemico da decenni, tracciare la linea politica del libro.” La trama è semplice con personaggi già costruiti ossia che non maturano psicologicamente–ha spiegato Squeglia- per una precisa scelta del politico Alberto, che non vuol impegnare il lettore giacché deve rivolgere l’attenzione a ben altri problemi. I pilastri del romanzo- ha concluso Squeglia- sono l’anticlericalismo duro ma garbato, trattato in modo esaustivo, e il desiderio di Vangelo affrontato pigramente”. Il pubblico ha poi accolto con vivo piacere e sorriso l’affermazione che Padre Michele ha rivolto al libro, nel corso del suo articolato e interessante intervento:” E’ un testo semplice e ricco di interrogativi e provocazione che potrei utilizzare per preparare i giovani alla cresima”. A Mary Castellano, infine, è stato affidato il compito di leggere diversi passi del libro tra un intervento e l’altro. Il Vangelo secondo Giovanni è un racconto raccolto in gioventù, a distanza di quasi sessant’anni che intriga ancora Marino, perché vi scopre un’umanità che, per sua profonda convinzione, non può morire del tutto. Nel turbinio della nostra esistenza caotica e violenta si approda alla sconsolata convinzione che il mondo è cambiato in peggio; per l’autore tutto questo non è vero: l’uomo si modifica nelle esteriorità, ma dentro rimane sempre, come tanti pensano, tale e quale come Dio l’ha fatto, anzi, forse, è migliore del passato. Per Marino, a migliorare l’uomo deve essere la storia con tutte le sue implicazioni e in questo processo di evoluzione, che lo dovrebbe del tutto scapsulare dalla sua originaria ferinità, un ruolo fondamentale ha la religione. E qui casca l’asino: la Chiesa cattolica in questo non ha fatto fino in fondo il suo dovere! Nel racconto, attinto da fonti certe, manipolato dalla fantasia e dall’invenzione, necessarie per dare ai personaggi un’anima, sempre, però, nel rispetto della verosimiglianza, il protagonista, uno spirito tenacemente anticlericale, a malapena ammorbidito cogli anni, sferra il suo virulento attacco alla Chiesa, preferendo come bersaglio le gerarchie vaticane. Per Marino la Chiesa cattolica ha visto il Vangelo, tranne i casi di autentica santità, solo l’escatologia e la liturgia e le ha manovrate come strumento di minaccia e di attrazione estetica, trascurando, così, l’immanenza che è fortemente sentita nella “Buona novella”