“Si è tenuta venerdì mattina la seduta “Urgente“ del Consiglio comunale che aveva un unico punto all’odg : Autorizzazione alla rinegoziazione dei debiti con la Cassa Depositi e Prestiti. La proposta, di natura straordinaria, si inquadra
nell’ambito delle iniziative per la gestione attiva del debito già poste in essere dalla Cassa Depositi e Prestiti nel corso degli anni precedenti. I comuni potevano, entro il 30.05.2017, rinegoziare tutti i prestiti che avevano le seguenti caratteristiche: – ordinari a tasso fisso, variabile e flessibili con ammortamento interamente a proprio carico, eventualmente oggetto di precedenti operazioni di rinegoziazione; -importo debito residuo di almeno 10.000,00 euro su ogni singola posizione; -scadenza del piano di ammortamento successiva al 31 dicembre 2021. La proposta, avanzata dall’assessore con delega alle finanze- Cecere Angelo Andrea-, prevedeva di modificare la data di scadenza dei mutui, allungandoli di un anno (dal 2044 al 2045).
La rinegoziazione ha suscitato dubbi e perplessità da parte dei consiglieri di opposizione che già giovedì, data di prima convocazione del consiglio comunale, avevano chiesto e ottenuto il rinvio del consiglio per maggiori approfondimenti. Dopo attente analisi e dopo una dettagliata relazione della dott.ssa Guida, responsabile dell’Ufficio di Tesoreria, il consiglio all’unanimità ha votato il ritiro del punto in quanto tale operazione avrebbe comportato un aggravio per le casse dell’ente di 156 000 Euro. “ Abbiamo evitato – dichiarano i consiglieri Cipullo, Glorioso, Topo – l’approvazione di una proposta di delibera molto dannosa per le casse del nostro ente. Continueremo a vigilare e a controllare le proposte che arriveranno in consiglio nel solo interesse dell’intera cittadinanza. Ci auguriamo che nel prossimo futuro ci sia una maggiore attenzione da parte dei membri della giunta; i governi basati sulla approssimazione e sulla superficialità non hanno mai raggiunto grandi risultati.”
Capodrise, Crescente lancia il progetto di “rigenerazione” di Palazzo delle Arti
CAPODRISE. Ha scelto la sua fan page, lo strumento che il sindaco Angelo Crescente usa con più frequenza per dialogare con i cittadini, per lanciare la “rigenerazione” di Palazzo delle Arti. Un progetto che Crescente non esita a definire il più ambizioso della sua esperienza amministrativa. «Una delle aspirazioni del mio primo mandato, e che adesso sto ricoltivando con nuova determinazione – rivela –, era quella di puntare sulla cultura, che considero uno straordinario motore per rigenerare il territorio. I talenti e le intelligenze non mancavano allora e non mancano oggi. Ciò che manca è, forse, la sensibilità non episodica di riconoscerli, la capacità durevole di stimolarli e uno spazio permanente nel quale talenti e intelligenze possano esprimersi e dal quale irradiarsi sulla città e oltre. Capodrise ha la fortuna, figlia della lungimiranza di chi mi ha preceduto, di avere un luogo deputato a questa funzione, il Palazzo delle Arti, in via Giannini; una dimora privata, sorta tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, bene pubblico dal 1997, che ha già ospitato eventi meravigliosi. Il Comune – ammette Crescente – non ha risorse economiche da destinare alla struttura, ma sono convinto, e ne sto avendo prova in questi giorni, che ne possiede di più preziose, come la generosità, l’ingegno, la creatività; ecco perché credo sia arrivato il momento di iniziare, per il Palazzo, quel processo di mutazione genica che ho immaginato nel 2011: riportarlo alle origini per restituirlo al futuro, con una nuova missione. Diverrà uno spazio libero, aperto, dinamico, sottoposto a continue sollecitazioni. Uno spazio con porte e finestre spalancate! Vivo, pensante e formativo, che sia a disposizione degli artisti e delle energie sociali, affinché gli uni e le altre possano confrontarsi e dialogare con il territorio. Anche la società in cui viviamo – prosegue Crescente – ha subìto una mutazione genica: è una società veloce, distratta, appiattita sulla quotidianità; una società che ha smarrito il senso del tempo. Ebbene, attraverso l’arte, e la cultura, è possibile recuperare questa dimensione fondamentale dell’uomo. Un’opera è in grado di interrogarci, di provocarci, senza chiedere nulla in cambio se non l’attenzione e disponibilità a lasciarsi contaminare. Solo se concediamo a noi stessi e all’artista del tempo, la creazione riesce a superare la dimensione contemplativa e si trasforma in esperienza. Il Palazzo delle Arti sarà un ponte, uno spartiacque tra il passato e il futuro, la tappa di un viaggio verso l’altro, verso il mondo. Considero la sua rigenerazione il progetto più ambizioso del mio mandato, consapevole della complessità e delle insidie che mi aspettano. Tuttavia – conclude Crescente –, provarci è per me un’emergenza insopprimibile».