E’ stata sempre una mia personale convinzione che Marcianise non è seconda a nessuno a livello provinciale per numero e valore dei talenti che spaziano dallo sport alla letteratura, passando per le scienze. L’ha dimostrato la scorsa settimana Peppe de Chiara all’Eredità su Rai 1 ove ha vinto 45 mila euro e ne ha dato prova Enzo Restivo che sabato era ad Acqui Terme col suo Romanzo “Tana Libera Tutti!”, al festival letterario “Notti nere”.
La mia amicizia con Enzo risale al lontano 95 quando, su invito di un amico, mi ritrovo ad una riunione di perfetti sconosciuti per metter su la squadra dei corrispondenti locali per un quotidiano casertano. Tremolante- ero alla mia prima esperienza lavorativa sotto gli occhi di tutti- entro nella stanza, mi siedo e do uno sguardo ai miei futuri colleghi.
Difronte a me Sandro, con cui già avevo condiviso un paio d’anni nell’associazione Agorà, al lato destro una dolce e graziosa signorina e a sinistra un ragazzo con una discutibile salopette nera, pizzetto nero, occhiali in tinta e con un fare e dire leggermente saccente. Per dirla con parole semplici, il classico tipo che te ne sbarazzeresti alla prima occasione utile per il bene tuo e del mondo.
Il lavoro però
LA CORSA ALLE POLTRONE
Oggi vorrei condividere un dubbio che mi assilla da tempo e di cui non riesco a venire a capo. Mi son più volte chiesto:” Come mai in un periodo segnato da ripetuti episodi di corruzione e di arresti, aumenta invece che diminuire il numero non dei “muratori della politica”, ma delle prime donne ossia di coloro che ardono dal desiderio di ricoprire cariche importanti ? Vale la pena oggi di correre rischi così pesanti, il più delle volte non solo per il tuo operato, ma anche per una banale distrazione sulle azioni e gli atti compiuti dal tuo entourage?
Breve storia di un campione
Chiacchierata spassionata ed esclusiva con Peppe, vincitore de L’Eredità su Rai 1.
Conosco Peppe dagli anni del liceo. Erano i ruggenti anni 90 e alla lunga chioma Giuseppe Vittorio De Chiara della V B abbinava tre orecchini al lobo sinistro. Ironico, simpatico, vulcanico, esibizionista, studioso, svogliato, trasgressivo, nel ’92 si guadagna per la prima volta la scena risultando l’unico studente del liceo scientifico Federico Quercia a non essere ammesso all’esame di maturità.
GIGI DI FIORE PRESENTA A MARCIANISE IL SUO LIBRO “LA NAZIONE NAPOLETANA”
“Son partito dal fastidio verso una rappresentazione solo negativa del Meridione”. Così ha esordito Gigi Di Fiore, alla presentazione del suo libro “La Nazione Napoletana. Controstorie borboniche e identità suddista”, tenutasi stasera nel Palazzo Tartaglione a Marcianise. ”Si intende la nostra identità, la nostra storia in quella più complessiva d’Italia-ha aggiunto lo scrittore-invece non è così, perché abbiamo avuto ben 7 secoli di regno autonomo. L’identità italiana è una costruzione postuma all’unificazione politica che non è mai avvenuta del tutto, se come dicono diversi docenti universitari, l’Italia è un insieme di subnazioni con propri usi e costumi. Basti pensare-ha concluso Di Fiore- che Garibaldi aveva scelto di essere cremato e le sue ceneri sparse nel mare, mentre poteva diventare un mausoleo, un riferimento per l’intera nazione”.
Ricevo e pubblico “Il mito della legge tra crisi e catastrofi: il cortocircuito democratico della rappresentanza” di Raffaele Delle Curti
In questo particolare momento storico del nostro Paese, segnato da continue grida di pericoli per la democrazia e da un profondo mutamento del nostro assetto costituzionale, reputo che l’intervento qui di seguito di Raffaele Delle Curti, offra interessanti spunti di riflessione.
“La parola democrazia porta con sé, nel suo bagaglio di storia, la sventura di avere una fattezza tanto bella; e si sa la ragazza più bella del paese è sulla bocca di tutti.
Tutti la rincorrono, tutti l’apprezzano, tutti la vogliono .
Tutti ne bramano il possesso per esibirla nel dì di festa manco fosse un vessillo o un gagliardetto, simbolo di conquiste, ma ahimè, anzi “ahinoi”, pochi la amano.
Ogni qualvolta abbiamo bisogno di un lustrino, di una coccarda per imbandire i nostri discorsi, le nostre ricostruzioni ardite ricorriamo ad essa, come un cucciolo impaurito rincorre la “sottana” della madre.
Il problema principe è che attraverso questo costume, uso-abuso, si rischia di mandare messaggi poco appropriati.
Si rischia, seriamente, di confondere il concetto di democrazia con