Per menefreghismo, impotenza, frenesia della vita quotidiana assai spesso tentenniamo, assumiamo posizioni di comodo o peggio ce ne laviamo le mani rispetto a dei drammi che ci coinvolgono innanzi tutto come uomini, e poi come appartenenti ad un determinato stato o religione che sia il cristianesimo, islamismo, buddismo o qualsiasi altra . Ebbene difronte all’ennesima strage di bambini, donne e uomini nel canale di Sicilia, è arrivata l’ora di mettere da parte ogni “ma..” o ogni “se ..”e assumere una posizione netta e chiara : un uomo, nel vero senso e valore del termine non può volgere lo sguardo altrove, ed un politico a livello nazionale o locale, nel vero senso e valore del termine, non può farne motivo di battaglia politica per racimolare qualche voto in più. In questo ultimo caso il termine più appropriato sarebbe “avvoltoio”, per usare un comodo eufemismo, perché in mente mi frulla qualche appellativo meno elegante. E poi con inganno, parla sempre chi dovrebbe pensarci mille volte prima di sparare cazzate: partiti e personaggi politici con tanti scheletri nell’armadio che s’accaniscono contro gli immigrati, come se fossero il principale problema dell’Italia, e nulla proferiscono su interventi per risolvere la crisi economica, corruzione, abolizione degli enti inutili ,sprechi della politica. Semplice ma abominevole prendersela coi più deboli!!!!
Tornando a noi, soltanto nel momento in cui avremo raggiunto la consapevolezza che l’immigrazione è un problema tosto che investe tutti indipendentemente dalla residenza geografica, colore politico, credo religioso, solo allora, a mio modesto parere, potremo sederci ad un tavolo per individuare responsabilità e soluzioni.Se invece in Italia, che ho ribattezzato come “la nazione appassionata alle cronache delle tragedie annunciate”ci indigniamo per nulla o solo difronte all’ennesima strage e procediamo in ordine sparso, affidandoci al pensiero e all’azione del governo di turno, non ne verremo mai a capo.