CAPODRISE. Un inquieto, un criminale. Così i biografi dell’epoca descrivevano uno dei personaggi più straordinari della storia dell’arte: il maggiore innovatore della pittura italiana fra il Cinquecento e il Seicento. Un rivoluzionario che ha sconvolto la grammatica dell’arte in Europa con un linguaggio di drammatico realismo, fondato sul contrasto fra luce e ombra, chiave ermeneutica della sua stessa vita. Dannato e perseguitato, sarà trovato morto su una spiaggia deserta: per febbre, si scrisse. Ma in molti sostengono,