Caro primo cittadino, ho letto con estremo interesse la sua lettera e mi è parso di capire che Lei sostanzialmente imputa la fine anticipata della sua amministrazione alle contrapposizioni interne alla sua maggioranza, a un certo modo di fare politica più propensa ai favoritismi e a fare voti che a risolvere i problemi reali della gente, una minoranza unicamente protesa alle critiche di parte e senza alcuna proposta di sviluppo per la città. Lei, poi, si assume le responsabilità dei suoi errori senza citare alcuno, e infine consiglia al futuro sindaco di “aspirare seriamente a tale carica, solo se supportato da una coalizione leale, compatta e pronta a servire la città”. Le chiedo venia se non ho interpretato bene e a fondo il senso delle sue parole, ma vorrei cimentarmi in una serie di riflessioni sul suo sofferto e esaustivo ragionamento. Che Lei