Amici e conoscenti cari , consentimi un paio di considerazioni sul voto francese, non per accreditarmi come commentatore politico di fatti internazionali, ma perché offre spunti di riflessioni assai interessanti per la nostra realtà politica nazionale e locale. Emmanuel Macron , il giovane, affascinante, rassicurante, intuitivo, scaltro vincitore delle presidenziali francesi di domenica scorsa non mi entusiasma, ma Marine Le Pen era invotabile. La dama in nero, che bene farebbe non solo a cambiare il nome del partito ma anche a lasciare il testimone alla nipote, è scesa in campo con un programma ripugnante, ha scopiazzato
Hollande
Avanzano i caporali, arretrano le idee
A 5 anni trascorrevo intere giornate in compagnia di mio nonno che faceva il bidello in una sezione di partito ove ho avuto la fortuna di conoscere giovani personaggi poi divenuti leader del partito e figure di primo piano delle istituzioni, l’entusiasmo e la gioia negli occhi e nelle mani di ognuno per l’organizzazione della festa di partito, l’euforia e i caroselli per la vittoria alle comunali, la delusione e il pianto per la disfatta elettorale imprevista e tanti modi di dire, aneddoti, frasi. Ricordo che tra i detti che più mi incuriosiva perché non riuscivo a comprenderne il senso c’era:” In politica ciò che vale oggi, non vale domani”. Per anni e anni mi son chiesto cosa volesse dire e solo intorno agli anni della maturità son riuscito più o meno ad afferrarne il significato: se un politico assume un impegno o dà la parola oggi, non necessariamente varrà il giorno dopo. Ed in effetti, crescendo ho constato che quelle parole avevano un loro fondamento. Come diceva, Eduardo De filippo, però, “nella vita gli esami non finiscono mai” e alla mia