Con l’avvicinarsi del Natale mi piace perdermi tra sogni, desideri, utopie e “il naufragar m’è dolce in questo mare”, come direbbe il caro amico Giacomo Leopardi. Trovo un piacere particolare a immaginare un mondo senza guerra, povertà e solitudini e città, non per forza di cosa megagalattiche ed efficientissime, ma che assicurano i servizi essenziali e consentono a tutti di vivere una vita dignitosa. Vagheggio troppo? Può darsi, ma non mi va di tornare sulla Terra perché mi ritorna sempre in mente l’interrogativo che quel simpaticone di Gigi Marzullo poneva sempre ai suoi ospiti “La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?” e al quale do sempre la stessa risposta: guai a vivere solo di sogni ma, senza di essi, la vita non avrebbe sapore. Rassegnatevi, pertanto, a sciropparvi il mio sogno natalizio, soprattutto nella parte riguardante l’ambiente in cui viviamo quotidianamente perché, e costa sofferenza ammetterlo, per le sorti del mondo possiamo fare davvero ben poco. Ebbene, nella mia città ideale gli amministratori vengono candidati ed eletti non perché
PD
La politica per servire il popolo
Stamani lancio un fugace sguardo fuori la finestra della mia casa paterna e resto incantato dalla tenue foschia mattutina che avvolge quasi interamente i platani seminudi, lasciando a malapena intravedere ai loro piedi, le tante foglie di colore giallastro o di un rosso così intenso da sfiorare il marrone. L’imprevista ma saporita contemplazione della natura scatena un turbinio
I dinosauri della politica, i giovani vecchi e i papabili candidati a sindaco
“Esser giovani senza esser rivoluzionari può essere una contraddizione anche biologica”. Prendo a prestito questa frase pronunciata da Salvador Allende, Presidente cileno probabilmente suicida dopo un colpo di Stato ordito dal generale Augusto Pinochet, nel tentativo forse velleitario ma fortemente sentito, di scuotere i tanti giovani appassionati di politica, che ogni giorno incontro per strada e si abbandonano a imprecazioni di ogni genere contro i soliti noti al potere e i partiti, accusati di non dare loro alcuna visibilità e chance . Cari amici, le mie orecchie saranno sempre a vostra disposizione, ma come ho già anticipato a diversi di voi, vi confesso che sono un po’ scocciato di ascoltare solo lamentele, frustrazioni, considerazioni più o meno di carattere politico alle spalle dei gruppi partitici o dei soggetti di vostro riferimento o interesse. Essere giovani vuol dire
Sfiduciato De Angelis: chi vince, chi perde e che ne sarà di Marcianise
Pochi minuti fa 14 consiglieri comunali ( Alberto Abbate, Filippo Fecondo, Telia Frattolillo, Pasquale Pero del Pd, Danila Trombetta, Giuseppe Tartaglione, Tommaso Acconcia di Fratelli d’Italia, Domenico Amarando e Giuseppe Zibideo di Ncd , Ciro Foglia di CambiAmo Marcianise, Maria Delle Curti di “Per Marcianise e gli indipendenti Gianbattista Valentino, Filomena Letizia e Antimo Ferraro) hanno rassegnato le dimissioni dal notaio determinando lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. A nulla è valso il tentativo in extremis del sindaco per indurre qualcuno dei firmatari a ritornare sui suoi passi: le sue dimissioni a poche ore dalla fine certa dell’amministrazione comunale. A cose ormai fatte, ci chiediamo :” Chi sono i vincitori e i vinti di questa ingarbugliata telenovela giunta all’epilogo?
L’idea perversa del male minore e l’ipocrisia degli elettori
Da un po’ di tempo vo’ maturando l’idea che l’Italia sia non solo il Belpaese di poeti, santi, navigatori ma anche di ipocriti. E la turbolenta vicenda di Marino non fa altro che rafforzare questa mia convinzione. Mi chiedo come sia possibile che fino a quando non esplodeva il caso delle spese di rappresentanza con la carta di credito del comune sollevata dal M5S e Fratelli d’Italia, l’ex sindaco di Roma, era considerato per buona parte dei suoi cittadini e dell’opinione pubblica, persona perbene, incapace a livello amministrativo, superficiale e leggermente avvezzo alla bugia ( viaggio a Philadelphia su invito del Papa, cena a ristorante con la comunità di sant’Egidio). E’ bastato poi che Marino, senza più una maggioranza in consiglio comunale e con la sola carta del favore popolare da giocare, abbia messo a segno un paio di ottime mosse di forte ed efficace impatto comunicativo, la restituzione dei 20.000 euro e la teoria del presunto complotto ordito dalle lobbieS e i poteri criminali per sovvertire il voto democratico( di memoria berlusconiana e sempre gradita agli italiani), che ad un tratto si è ritrovato dalla sua parte tanti, che un giorno se ne sarebbero sbarazzati ben volentieri di lui e oggi manifestano, piangono si strappano i capelli per la sua causa. A noi questo balletto dell’ipocrisia non piace e perciò la diciamo nuda e cruda come la pensiamo su Marino: siamo uomini di buona fede perciò crediamo che l’ex sindaco ha davvero combattuto le infiltrazioni mafiose-camorriste in Campidoglio; non ha avuto un comportamento del tutto consono al suo ruolo istituzionale, ma da convinti garantisti ci auguriamo che riesca a fornire adeguate spiegazioni riguardo alle spese di rappresentanza e ne esca indenne dall’inchiesta della magistratura per peculato; resta un pessimo amministratore a detta di tanti cittadini e miei amici che risiedono a Roma ed è infine, a nostro umile avviso, meno ingenuo di quel che vuol far apparire. Per dirla senza giro di parole, pensiamo che Marino scaricato dalla politica, tartassato dai mass media, farà leva sul consenso popolare per tornare sul palcoscenico della politica. Forse sbaglieremo, ma la controffensiva lanciata ieri a Renzi “ Il sindaco lo scelgono i romani”, va in questa direzione. Altro aspetto della politica italiana, a noi particolarmente indigesto è la logica del meno peggio o del male minore:” Marino deve restare perché gli altri hanno fatto più schifo”. Consentiteci, perché dobbiamo sempre ricorrere a confronti al ribasso e mai al rialzo? Senza scomodare la Germania dove un ministro si dimise per aver scopiazzato una tesi di laurea, l’Italia è ricca di esempi di grande onestà e correttezza: uno per tutti, Sandro Pertini. Dell’ex presidente partigiano ci piace ricordare questa frase:”Dicono che un partito moderno si deve ‘adeguare’. Ma adeguare a che cosa, santa Madonna? Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo. Meglio allora il partito non adeguato e poco moderno. Meglio il nostro vecchio partito clandestino, senza sedi al neon, senza segretarie dalle gambe lunghe e dalle unghie ultralaccate… Dobbiamo tagliarci il bubbone da soli e subito. Non basta il borotalco a guarire una piaga. Ci sono i ladri, gli imbroglioni? Bene, facciamo i nomi e affidiamoli al magistrato”. Chi vuol intendere, intenda. Il vento dell’ipocrisia imperversa su Roma, ma anche su tante altre città da nord a sud dello stivale. Prendi Marcianise, ad esempio, dopo la caduta di Caserta, Aversa e Santa Maria Capua Vetere che scricchiola, fra poco assurgerà a caso nazionale per i ripetuti e falliti tentativi di mandare a casa il primo cittadino. L’ultimo in ordine di tempo la scorsa settimana quando il segretario del Pd, Angelo Raucci, riprende in mano le redini della mozione di sfiducia e contatta i probabili firmatari per darsi appuntamento dal notaio. Sembra la volta buona eppure una tempestiva soffiata ad un giornale on line manda tutto all’aria. Chi è stato e perché? I maggiori indiziati sono due consiglieri comunali, di cui uno del Partito Democratico. Andare a fondo di questa vicenda è più che doveroso, perché se fosse accertato che la fuga di notizie sia venuta dal Pd, vorrebbe dire che anche nei democratici al di là dei proclami pubblici e iniziative di sfiducia, c’è qualcuno che non vuole andare al voto. Noi però, non abbiamo nessun interesse ad avvelenare un clima politico già segnato da polemiche, dubbi, furiose contrapposizioni e perciò chiediamo direttamente al segretario del Pd, Angelo Raucci, come son andate le cose.” E’ da 2 anni che instancabilmente il mio partito cerca di mandare a casa questo sindaco-spiega Angelo Raucci- ma puntualmente riesce a trovare i numeri per tirare a campare. Riguardo al caso specifico della scorsa settimana, non nutro alcun dubbio sui 4 consiglieri del Pd, Alberto Abbate, Filippo Fecondo, Telia Frattolillo e Pasquale Pero e francamente mi risulta difficile individuare il partito o consigliere che ha avvisato il giornale”. A questo punto il mistero si infittisce e assume i contorni di un giallo. Fateci passare, adesso, una piccola ma doverosa digressione: quando è a rischio la salute pubblica non c’è colore politico, differenza ideologica o posizione che tengano, perciò auspichiamo che difronte al grave problema dei pozzi inquinati, tutte le forze politiche e il sindaco De Angelis facciano fronte comune, investano della questione il Prefetto e tutti i parlamentari del territorio per far piena luce sull’intera vicenda e individuare tempestive misure. Quanto sta accadendo in questi giorni, non fa altro che turbare violentemente la nostra serenità, già messa a dura prova da un articolo del 2013 riapparso ieri sui social intitolato “Ministero della salute: ecco i 44 siti più inquinati d’Italia. Rischio tumori per 6 milioni di Italiani” in cui figurano anche Marcianise, Capodrise ed hinterland.