Velardi torna all’attacco:”Vogliono distruggere ciò che si è fatto per non dover rispondere delle proprie omissioni e per oscurare chi davvero ha fatto”.

E’ intitolato “UN’ALTRA MARCIANISE”  e reca l’immagine dell’intenso confronto tra l’ Innominato e il cardinale Borromeo sul palcoscenico del teatro Izzo di Caserta durante la rappresentazione de “I Promessi Sposi ” di Gregorio Corrado, il post infuocato del primo cittadino che pubblico qui di seguito:”

Incontro a Napoli un amico, conoscitore profondo delle dinamiche criminali, e mi chiede come va a Marcianise l’attività amministrativa. Gli dico degli avvenimenti delle ultime settimane e lui sorride. Poi aggiunge: “Non mi meraviglio di quanto mi dici. È la solita storia. Secondo i vecchi caporioni non bisogna fare niente. La tua amministrazione ha fatto ciò che qualche tuo predecessore non ha fatto. E ora lui e i suoi amici hanno tutto l’interesse asmantellare quanto hai costruito. Altrimenti dovrebbero giustificare ciò che non hanno fatto spiegando che non si poteva fare. Invece tu hai dimostrato che si può fare”.

L’analisi è autorevole ma, soprattutto, è perfetta. Ripenso alla casa sul marciapiedi buttata giù, agli edifici comunali sfrattati dai pregiudicati, alla moralizzazione del cimitero, ai terreni comunali sottratti agli affaristi e affidati ai veri agricoltori, alla costruzione di una nuova macchina comunale, ai concorsi in Comune espletati per far vincere i più bravi e non i più fessi solo perché appartenevano alle famiglie importanti e potenti. Sì, si poteva fare ma loro non l’hanno fatto.

Ecco, il punto è questo: distruggere ciò che si è fatto per non dover rispondere delle proprie omissioni e per oscurare chi davvero ha fatto. E come? Non facendo crescere nessuno, soffocando chi vuole una Marcianise diversa, allontanando i dissidenti, zittendo chi vorrebbe cambiare registro. “Qui comando io, tutti gli altri non capiscono niente e perciò non sono nessuno”. Una visione padronale ed arcaica della cosa pubblica, la tipica visione di un don Rodrigo.

A Marcianise di don Rodrigo ne abbiamo avuti diversi: sono stati i signori della città, non hanno costruito eredi se non per via familiare o per via utilitaristica, e ora ancora cercano di galleggiare. Chiusi nei loro palazzi, intenti ad urlare il loro potere e a contare i propri sesterzi. C’è però un fatto nuovo, e non è irrilevante: sono cresciuti nel frattempo nuovi soggetti, si sono fatti avanti i più giovani, chiamati a governare la città e non più disponibili ad accettare alcun don Rodrigo. C’è – nella classe amministrativa e politica – una consapevolezza nuova: essere protagonisti della costruzione di una Marcianise moderna, liberandosi dei vecchi marpioni. Noi, insieme, la stiamo costruendo. Ci stiamo riuscendo, con strappi mai indolori ma necessari: ciò che diceva quel mio amico di Napoli ne è la conferma.

“A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione. E altri sceglieranno per lui” (Paulo Coelho).
#orgogliomarcianise